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Il Classico a Palazzo Barnabò, ancora una proposta

La recente e suggestiva proposta del Presidente del Consiglio comunale, dott. Sergio Gentili, ha il merito di aver sollevato e stimolato un dibattito ripreso da questo giornale anche con gli interventi del direttore responsabile e di quello editoriale. Mi riferisco all’ipotesi di riportare il liceo “Federico Frezzi” alla sua sede originaria (pre-sisma del 1997, tanto per intenderci) di Palazzo Barnabò in piazza XX Settembre dopo il suo restauro. Mi permetto in proposito di esporre un mio modesto contributo al dibattito. Come tutti sanno, dopo il devastante terremoto, l’amministrazione comunale, sindaco l’avv. Maurizio Salari, si attivò con grande tempestività e lodevole solerzia, con il positivo concorso di altre istituzioni (Provincia di Perugia, Provveditorato agli studi di Perugia ed altre Istituzioni) per cercare e poi trovare una nuova sistemazione al liceo “Frezzi” con il palazzo Barnabò decisamente inagibile. La nuova sede fu individuata nella parte non completata (per esaurimento di fondi) del nuovo edificio destinato e già occupato, nella prima parte costruita, dall’Ipsia. Furono trovate le necessarie risorse finanziarie per il completamento dell’edificio. Indubbiamente fu una soluzione ottima e, vista la drammatica situazione, con soddisfazione di tutti. Con il tempo però sono emersi difetti per un razionale funzionamento, con difficoltà nei servizi. Giunti al momento del recupero di palazzo Barnabò emerge la richiesta di restituire quell’edificio al liceo “Frezzi”, ma da parte dell’amministrazione comunale si fa presente che la soluzione a suo tempo assunta per la nuova destinazione presso l’edificio Ipsia di quel liceo doveva e deve ritenersi definitiva. Non so, sinceramente, se quella determinazione possa essere eventualmente modificata. C’è inoltre la risoluzione a suo tempo decisa per l’individuazione di un “Polo scolastico”, dopo un lungo e partecipato dibattito relativo agli istituti superiori. Troverei però limitata la motivazione dell’impossibilità di accogliere la richiesta sopra indicata soltanto perché Piazza XX Settembre trovasi fuori dal perimetro del Polo scolastico, perimetro che riguardava Via Marconi (Istituto Tecnico Industriale e ex-Istituto Magistrale), Via delle Grazie (Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato), via Isolabella (Liceo Scientifico) e via Menotti (Istituto Tecnico Commerciale); già allora restava fuori l’Istituto Professionale per il Commercio ubicato presso l’edificio già dell’Enalc in via Cairoli, attualmente occupato dalla succursale del Liceo Scientifico. Come evidente la distanza di via Cairoli dal perimetro del Polo scolastico è ben maggiore di quella da Piazza XX Settembre. Dall’altra parte però troverei limitata la motivazione per il ritorno del liceo “Frezzi” a palazzo Barnabò da riferimenti storico-nostalgici.
Più calzante, invece, troverei la motivazione di un non razionale funzionamento dell’attuale edificio rispetto alle esigenze didattico-organizzative di quella scuola. Azzardo allora la mia modesta proposta: nel caso di un trasferimento del Liceo “Frezzi” al palazzo Barnabò si renderebbero disponibili i locali lasciati liberi presso l’attuale sede, locali che, dopo un’eventuale risistemazione dell’istituto Professionale al quale Istituto originariamente era destinato l’intero edificio (ma a quel tempo l’Istituto aveva molte più classi e molti più alunni) possono essere assegnati al Liceo Scientifico che si troverebbe ricompattato tra sede centrale e succursale; di conseguenza, infine, l’edificio di via Cairoli resosi a sua volta liberato potrebbe essere utilizzato dall’amministrazione comunale per servizi ed uffici, in luogo di Palazzo Barnabò, atteso che l’amministrazione comunale stessa e altre istituzioni necessitano appunto di altri locali. Quanto sopra naturalmente può rendersi possibile nel caso in cui il numero dei locali dell’edificio di via Cairoli sia sufficiente per le esigenze del Comune e qualora non sussistano vincoli di proprietà e/o destinazione non commutabili.

© Gazzetta di Foligno – MANLIO MARINI

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