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Emergenze e Prociv: non siamo un ripostiglio

Emergenza e protezione civile, Foligno è cancellata? Segnali in questa direzione già ci sono stati in passato ma proprio in questo fine settimana c’è stato un episodio singolare che ci impone una riflessione. Il sottosegretario al Ministero dell’Interno Gianpiero Bocci, visitando la nuova centrale operativa dei vigili urbani di Perugia, ha detto che presto si potrebbe avviare nel perugino la sperimentazione attualmente in corso a Roma per il Giubileo: quella del numero unico per le emergenze, il 112. E la sperimentazione, ha sottolineato il sottosegretario, potrebbe essere trasportata a Perugia con Corciano, Deruta e Torgiano. Dunque, secondo l’onorevole Bocci, quando si dovrà partire toccherà ancora a Perugia. Non nascondiamo che questa scelta ci sembra singolare. E non lo facciamo per mero campanilismo, ma per il fatto che a Foligno c’è un centro regionale di protezione civile, costato diversi milioni di euro, con attrezzature sofisticate per eventuali emergenze e con accanto i Vigili del Fuoco, la Croce Rossa, la Croce Bianca e via dicendo. Un grande padiglione, peraltro resistente anche ad eventi sismici di grande intensità che potrebbe comunque accogliere una grande centrale operativa regionale di emergenza. Invece, come è accaduto per il 118, tutto si trasferisce nell’acropoli lasciando vuoto il Centro di protezione civile che doveva avere questa funzione regionale compreso l’elisoccorso, guarda caso trasferito anche questo a Perugia. L’onorevole Bocci, che ha preso una valanga di voti da questa parte dell’Umbria, non può dimenticare che le aspettative della terza città della Regione, inserite nella programmazione regionale, non possono essere disattese. O quantomeno scavalcate. Si dirà: ‘ma si tratta di una sperimentazione, di breve durata e provvisoria. Ma come al solito in Italia (e l’Umbria ci pare ne faccia parte), le sperimentazioni provvisorie diventano definitive. Vorremmo ricordare all’onorevole sottosegretario cosa scriveva nel 1980 il compianto Stefano Ponti, leader della sinistra Dc, a proposito dell’egemonia perugina. “È sotto gli occhi di tutti che Perugia non è il capoluogo dell’Umbria ma è diventata pressoché tutta l’Umbria. Di fatto essa esercita un ruolo egemone (e non di sintesi) cui debbono sottostare gran parte delle aree della regione. Ma noi umbri che non viviamo a Perugia non vorremmo che le nostre zone diventassero i ‘ripostigli’ degli attrezzi di questo pur prestigioso laboratorio perugino”. Non male, vero onorevole Bocci? Rifletta su questi semplici concetti e non deluda i suoi appassionati elettori. Qui il campanilismo non c’entra. Non è questo il problema. È che al nostro territorio sono state fatte delle promesse, sono state costruite adeguate strutture ma i responsabili della politica regionale, di ieri e di oggi, non hanno mai dato corso a programmi di vero assetto territoriale creando gli esistenti squilibri. Riteniamo, quindi, di avere molte ragioni su cui fondare questa preoccupazione.

ROBERTO DI MEO

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