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Settimana politica

Tredici fedeli a Mismetti votano il bilancio

Tredici consiglieri di Partito Democratico e Movimento per Foligno, presenti e “marcati a vista”, hanno approvato il bilancio consuntivo 2016. Assenti, come da solito copione, Trombettoni e Ciancaleoni, ex-maggioranza, con assenze giustificate, perché se non fosse così, per Statuto del Comune, dopo tre assenze senza giustificazione sarebbero fuori dal Consiglio. Si aggiunge Piccolotti, spesso assente, che ha incarichi nazionali in Sinistra Italiana: si impone una scelta tra impegno da consigliere comunale e carriera assicurata nel partito di Fratoianni? In minoranza assente di frequente l’ex vice-sindaco Romagnoli. Durante il Consiglio comunale non sono mancati attriti e invettive specie tra Meloni-Filipponi e il presidente dell’assemblea Borscia. Invero spesso, pur risultando elettronicamente presenti, consiglieri della maggioranza si spostano nelle sale attigue, a fumare o a intrattenersi con chiacchiere e commenti. Allora Filipponi e Meloni hanno chiesto al presidente Borscia di verificare il numero legale (che in realtà era assicurato dalla scheda inserita sul banco). Il bilancio approvato si chiude con un attivo consistente: l’amministrazione è parsimoniosa e prudente o incapace perché non spende? Sigismondi, assessore al bilancio, è per la prima tesi, mentre Filipponi e Meloni per la seconda.

Commissione d’inchiesta su Umbria Mobilità

I consiglieri regionali 5 Stelle Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari hanno ottenuto l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla gestione delle imprese della mobilità pubblica partecipate dalla Regione Umbria e per individuare le cause dell’attuale crisi finanziaria di Umbria Mobilità. Umbria Mobilità così come era nata non esiste più. Dopo la crisi è stata divisa in Umbria Mobilità – parte sana e operativa acquisita al 100% nel 2014 da Busitalia-Sita Nord, società delle Ferrovie di Stato, che ora gestisce il servizio di trasporto pubblico locale nella Regione – e Umbria Mobilità holding, che si occupa delle infrastrutture ferroviarie, delle partecipate rimaste e delle partite finanziarie tuttora aperte. E le partite finanziarie sono soprattutto negative. Negli ultimi anni i bilanci hanno avuto enormi perdite: 8 milioni nel 2012, 13 milioni nel 2013 e 14 milioni nel 2015. La società versa in uno stato di liquidazione di fatto, dimostrato dal crollo del fatturato, e lo stato di crisi finanziaria e debitoria ha ripercussioni sul bilancio regionale, perché la Regione è azionista di Umbria TPL e Mobilità con una quota del 27,78% del capitale sociale e vanta crediti per molti milioni. La Corte dei Conti, sezione di controllo dell’Umbria, nella relazione allegata al rendiconto generale per il 2015, ha rilevato una criticità creditoria da parte della Regione verso Umbria Mobilità con riguardo a un prestito di 17 milioni erogato nel 2013 sotto forma di anticipazione di liquidità e in gran parte ancora non restituito. La Corte dei Conti ha sollevato perplessità per il rating e l’indebitamento della società partecipata e per l’anticipazione di cassa di fatto trasformata in un prestito a lungo termine di difficile esazione, tanto da essere stata interamente accantonata, in parte al fondo crediti di dubbia esigibilità e in parte al fondo per rischi da concessione di moratorie, pur in presenza delle condizioni per operare la compensazione automatica dei rapporti credito/debito, non realizzando così la possibilità dell’immediato recupero del credito nella misura che sarebbe stata consentita con compensazione legale delle somme a debito via via maturate. La Corte dei Conti bacchetta ancora la Regione per non aver evidenziato i rapporti di credito/debito con le partecipate. Inoltre, risultano essere in corso inchieste giudiziarie: Umbria Mobilità ha avviato un’azione legale per il riconoscimento di crediti per 10 milioni da parte della Regione che, per contro, ha dei crediti rimanenti per 12 milioni per quell’“anticipazione di liquidità”, stratagemma contabile censurato dalla Corte dei Conti. La commissione d’inchiesta ha da lavorare per recuperare la trasparenza più volte negata e visionare la precedente gestione della pubblica mobilità.

Incuria comunale

La statua di Nicolò di Liberatore è tinta di fuliggine come uno spazzacamino, triste conferma dell’inquinamento di strada super-transitata. In Via Casevecchie c’è da tempo un segnale piegato quasi fino a terra. All’inizio di Via Sicilia le sponde del Topino sono invase da erba e detriti: i cittadini reclamano un intervento del Consorzio Bonificazione.

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