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“Le future scelte politiche dovranno nascere con un confronto a tutto campo”

Carlo Elia Schoen è il nuovo segretario dell’Unione comunale del Partito Democratico. È stato eletto quasi con un voto plebiscitario. Su 56 votanti solo sei le schede bianche. E anche la componente di sinistra del partito, che fa capo all’ex assessore Rita Zampolini, ha concesso al neo segretario un’apertura di credito proprio per la sua annunciata disponibilità ad aprire un confronto sulle future scelte per la città. Un camminare insieme che ha sempre contraddistinto Foligno dove, anche ai tempi della Dc e del Pci, i punti di convergenza per il bene della comunità sono stati sempre all’avanguardia. Il Pd dunque apre, con la segreteria Schoen, un nuovo laboratorio.

Segretario, quale sarà la futura linea politica del Pd?

“In primo luogo un’attività intensa all’interno del partito. Bisogna ritrovare un clima di comunità per confrontarci con la città. Per considerare la città come una comunità dobbiamo, prima di tutto, essere noi una comunità. Ci sono tutti i presupposti perché tutto questo possa essere realizzato e questo, in primo luogo, sarà il mio impegno”.

La componente di sinistra le ha dato una apertura di credito e ha condiviso la sua candidatura

“C’è un percorso condiviso e unitario: ovviamente ci sono delle diversità di vedute ma i traguardi sono comuni. Ci possiamo dividere sulle strade da percorrere ma sempre per raggiungere lo stesso tipo di traguardo. Su questo c’è una visione complessiva, unanime, all’interno del partito nella prospettiva della città del futuro”.

Altra questione la componente consiliare, ci sono state divisioni, problemi sulla tenuta della maggioranza, manca un assessore…

“In primo luogo bisogna ripristinare i ruoli. Il partito deve avere una forte connotazione nell’indirizzo politico che si vuole dare. Quindi dobbiamo riacquisire questo ruolo. Le scelte politiche, gli indirizzi, i programmi nascono da un confronto e dibattuto all’interno del partito. Questo poi dovrà essere conciliato con l’attività amministrativa che dovrà tener conto degli indirizzi politici. Credo che nel momento in cui riusciremo a mettere dei paletti, individuare in maniera chiara, determinata, definitiva una serie di impegni nei confronti della città, cammineremo tutti quanti insieme, insieme anche all’amministrazione comunale. E anche alcune tensioni che ci sono oggi all’interno del gruppo consiliare, anche nel rapporto con il partito, mi auguro che possano essere risolte con una chiarezza nei ruoli e nelle competenze”.

Bastone o carota?

“No, collaborazione, sempre, comunque e dovunque. Dobbiamo parlare, dobbiamo confrontarci, insieme dobbiamo decidere le strade. Poi, ripeto, alla fine chi decide l’indirizzo politico è il partito e su questo poi tutti si devono attenere. Cominciando dal segretario, ovviamente”.

Che rapporto ha con Mismetti?

“Ottimo. È il nostro sindaco, è stato il nostro candidato, ha svolto un’intensa attività amministrativa. Vorrei ricordare anche lui tra i promotori di un’attività amministrativa fondamentale. Nel momento in cui c’è stato il terremoto è stato un punto focale che, in qualche maniera, rappresenta anche la bontà e l’onestà delle scelte amministrative che sono state fatte”.

Lei viene dal mondo cattolico che negli ultimi anni si è defilato dall’impegno politico: cosa si potrà fare per recuperarlo e rimetterlo in marcia nella politica seguendo quello che ha detto il Papa e ultimamente anche il nostro vescovo Sigismondi?

“L’impegno politico, a mio avviso, è sempre un impegno personale che nasce però dalla formazione di ognuno di noi. Nella nostra società la componente cattolica è una componente determinante: maggioritaria, minoritaria… su questo ci sono stati sempre confronti anche accesi. Però è determinante nella vita del nostro Paese. Quindi la politica non può perdere una parte essenziale di questa società. Fare politica con l’idealità e i valori di una parte consistente della nostra società, come quella del mondo cattolico, diventa determinante per le scelte di tutti. Quindi auspico che sempre più ci sia da parte dei cattolici un impegno politico. Poi, ripeto, questo diventa una scelta personale; ma una parte così fondamentale della nostra società non può rimanere fuori dalle scelte che poi ricadono su tutti noi”.

Le cose principali dei primi cento giorni.

“La prima cosa: ho chiesto alla capogruppo un immediato incontro con i consiglieri comunali. Questo per conoscerci, in primo luogo, per definire quali sono i ruoli e capire come insieme si può andare avanti. Dopo di che il mio impegno principale è quello di far vivere i Circoli. Il Partito democratico di Foligno si fonda su sette circoli che sono il punto fondamentale della nostra attività politica. Perché quello che dobbiamo, in qualche maniera, riprendere è non solo di guardare ma di vedere la nostra società, ascoltare, toccare le esigenze dei nostri cittadini. La mia preoccupazione è che in questo periodo la politica non ha più ascoltato, non ha più visto, non si è incarnata all’interno della società e della comunità. È diventata un corpo estraneo alla società. Dobbiamo riprendere, invece, questo tipo di rapporto. E questo lo vogliamo fare soprattutto attraverso i Circoli e con l’Unione comunale che, infine, avrà il compito di sintesi”.

In bocca al lupo, segretario.

“Grazie, ne ho bisogno”.

ROBERTO DI MEO

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