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La centralità di Sant’Eraclio come santuario a cielo aperto

Se vaghi per il centro di Sant’Eraclio, specialmente in estate o in autunno, ti imbatti spesso in qualcuno che con varie guide in mano ti chiede la strada più breve per Trevi, Colfiorito, Assisi o anche dei santuari limitrofi. A sottolineare la centralità del paese nel territorio periferico di Foligno. Centralità come punto di incontro. La storia lo insegna, il presente lo conferma, il futuro lo attende. Ho inserito Sant’Eraclio nel percorso dei santuari e delle opere d’arte che punteggiano le sue colline. Ma Sant’Eraclio non ha un santuario (a parte l’ex convento di Mormonzone di cui si parlerà in un prossimo articolo). È esso stesso un santuario a cielo aperto. Ha chiese con importanti assetti architettonici e con pregevoli dipinti e affreschi. È dotata di costruzioni storiche come il cosiddetto “Castello” che attende solo di essere restaurato. Vanta la presenza di una fontana detta “Fonte Lunga” al centro del paese, fatta costruire nel 1535 da papa Paolo III Farnese il cui stemma troneggia al centro della medesima. È singolare, ma esplicativa, la motivazione dell’autorizzazione papale: “edificata per comodità di passeggeri et ornamento del castello”. Quello dei passeggeri o pellegrini è un punto nodale della storia del paese. A Sant’Eraclio convergono la via Lauretana, la via Flaminia con un suo diverticolo e la via Alba verso Cancelli. Ognuno di questi percorsi ha un suo divenire, ma tutti sono unificati in quel vivo principio di fede e religiosità che ha costruito nei secoli la nostra cultura e tradizione. C’è di più: lo Stato laico o Stato di diritto, come argomenta il nostro concittadino filosofo Dario Antiseri, non sarebbe stato possibile senza il messaggio cristiano. E questo messaggio è transitato per secoli anche a Sant’Eraclio. E direi che in un certo senso si è anche fermato. Come si spiega diversamente quella “prepotente” iniziativa di ricollocare al centro del paese la Croce sopra una colonna indicante il luogo ove fu martirizzato S. Eraclio? Dopo che con pari “prepotenza” era stata rimossa nel 1891 per commemorare Giuseppe Garibaldi. Nessuno può negare che Sant’Eraclio sia da sempre una comunità attiva culturalmente e avanzata politicamente. La sua storia passata e recente lo conferma. Le varie associazioni ne sono un’espressione tangibile. Del tutto recentemente, unica tra le varie realtà comunali di Foligno, si è avventurata a trattare nientemeno che la Democrazia Partecipata, una tematica che risale addirittura al mondo greco quando gli Ateniesi si riunivano in Assemblea per decidere su tutto (finanza, lavori pubblici, trattati, guerra e pace). Quindi il governo era “del popolo “ nel senso più letterale della parola. Sant’Eraclio ha voluto imitare Atene. Ora il popolo di Sant’Eraclio ha una nuova sede per confrontarsi e decidere: l’oratorio del complesso parrocchiale ove tutti convergono: alunni, studenti, giovani, anziani, credenti e non credenti. È un momento pieno di fervore quello che Sant’Eraclio sta vivendo, pur con le difficoltà e criticità socio-economiche del momento. Occorre la partecipazione di tutti, ma soprattutto la presenza dei politici che sovente sono latitanti e sordi (tranne lodevoli eccezioni) alle esigenze di un paese che non possono continuare a pesare sulle spalle dei “soliti noti”. Per riportare Sant’Eraclio al centro come i pellegrini percepiscono e come gli abitanti auspicano.

MARIO TIMIO

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