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Ha origini folignati l’astrofisico Daniele Michilli. Lo scienziato che ha registrato la ‘voce’ delle stelle

Ha incastrato il ‘colpevole’ del più celebre ed enigmatico fra i lampi radio, provenienti dall’universo grazie al telescopio di Arecibo che si trova a Puerto Rico (è il secondo più grande al mondo con una antenna di 305 metri di diametro). Lui si chiama Daniele Michilli, lavora in un istituto di ricerca ad Amsterdam ed è finito sulla copertina della prestigiosa rivista scientifica Nature. Ora si trova in America a spiegare la sua scoperta alla comunità scientifica mondiale. La mamma Angela e le due sorelle gemelle, Alice e Giulia, sono folignati. La scoperta è un nuovo tassello per carpire i segreti del cosmo. Si chiamano ‘lampi radio veloci’ (Fast radio bursts) e sono dei segnali astronomici misteriosi che provengono dal profondo dell’universo. Se ne conoscono pochissimi ma il giovane scienziato umbro Daniele Michilli, insieme alla sue équipe, ha scoperto uno di questi ‘lampi radio’ che, diversamente dagli altri, si ripete. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente a Washington dove ha presentato il suo lavoro scientifico.

Cosa significa questa nuova scoperta?

“Queste sorgenti radio, scoperte una decina di anni fa, sono molto misteriose. Ne conosciamo solo 25: emettono questi lampi di luce radio estremamente energetici. In un millisecondo provocano la stessa energia che il sole emette in un giorno. In questi dieci anni gli scienziati si sono chiesti cosa potesse produrre un lampo così brillante. Lo studio si muove in questa direzione, capire la caratterizzazione dell’ambiente estremo in cui si trova questa sorgente”.

Quali novità avremo in futuro?

“Nei prossimi mesi, una nuova generazione di telescopi online dovrebbe scoprire molte di più di queste sorgenti. Più ne conosceremo e più avremo un’idea di come si producono. Questo ci servirà a studiare le proprietà del cosmo. Ad esempio, possiamo usarli per capire cosa c’è tra le galassie, quanta materia c’è e se ci sono campi magnetici”.

Torniamo sulla terra, come è Daniele? Come è venuta la passione per il cosmo?

“Ho avuto degli ottimi insegnanti, la scuola umbra è una eccellenza che mi ha dato un’ottima formazione scientifica. Ho frequentato il liceo scientifico di Gualdo Tadino poi ho studiato astronomia a “La Sapienza” di Roma dove abitano i miei nonni. Ora sono ad Amsterdam per concludere il dottorato di ricerca”.

Ma c’è una curiosità, sua mamma Angela ci ha detto che, da piccolo, la sera scappava in giardino per vedere le stelle. È così?

“Sì, è vero. Abitavamo in un casale del parco del Subasio e d’estate restavo nel giardino per guardare il cielo. Non c’era l’inquinamento luminoso delle città e le stelle brillavano molto di più. Sì, quello è stato, si può dire, il mio primo innamoramento con l’universo”.

Torna spesso in Umbria?

“Sì, tutte le festività sono lì, a Foligno ho mamma e le mie sorelle. Ho tanti amici d’infanzia. Sa una cosa? Faccio un sacco di pubblicità alla mia terra quando me lo chiedono”.

Daniele, ha una squadra del cuore?

“Sì, tifo per la Lazio, è una passione che mi ha trasmesso mio padre che è di Roma”.

È fidanzato?

“Sì sono fidanzato con Enrica, una ragazza di Parigi che ho conosciuto a Roma, la mamma è italiana di origini siciliane e anche lei parla la nostra lingua. Ci vediamo tutti i fine settimana”.

Quali letture preferisce?

“Leggo molto, sono un appassionato di libri. Quando torno a casa dal lavoro, leggo anche libri di Fantasy che mi rilassano per staccare un po’ la spina”.

Come stiamo a sport?

“Sono appassionato di trekking e spesso vado a fare delle passeggiate soprattutto quando vengo in Umbria. Anche qui in Olanda, anche se non è la stessa cosa, prendo la macchina e vado in qualche posto per fare trekking”.

Ovviamente avrà visto il film Interstellar?

“Ho visto ‘Interstellar’, scientificamente mi è piaciuto ma, a dire il vero, era un po’ noiosetto”.

Un’ultima cosa, un messaggio ai giovani che vogliono intraprendere un’attività di ricerca…

“Non scoraggiarsi e non aver paura, perché se la passione c’è le occasioni non mancheranno. Vedo tanti giovani, soprattutto in Umbria, che spesso hanno paura di spiccare il volo, perché hanno timore di non farcela. Invece la carriera scientifica è vero che comporta tanti sacrifici, ma ci sono delle grandi soddisfazioni. E non è così difficile come la gente pensa”.

ROBERTO DI MEO

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