ok - Intervista Guido Strati 06_03_18

Il rapporto tra uomo e lavoro. Tutto pronto per il convegno alla Lechler

Abbiamo incontrato Guido Strati, direttore dello stabilimento di Sant’Eraclio che ospiterà l’incontro del 16 marzo organizzato dall’Ufficio per la Pastorale del lavoro della Diocesi.

Si chiama “Il lavoro che vogliamo – Imprenditoria, partecipazione, territorio” ed è il convegno organizzato dall’Ufficio per la Pastorale del lavoro della Diocesi di Foligno per il 2018. Convegno che oramai da diversi anni si ripete puntualmente con l’arrivo della primavera e che vuole accendere i riflettori sul lavoro e sul mondo dell’imprenditoria del territorio. Quest’anno ad ospitare il convegno del 16 marzo sarà l’industria Lechler di via Bianca, nella zona industriale di Sant’Eraclio. Per l’occasione, il direttore dello stabilimento Guido Strati è intervenuto ai microfoni di Radio Gente Umbra per presentare il convegno della prossima settimana.

Partiamo dall’azienda nella quale lavora. Quando nasce e di cosa si occupa Lechler?

La nostra azienda nel 2018 festeggia i 160 anni di attività. Nata in Germania, si è sviluppata in Italia agli inizi del ‘900 e negli anni Ottanta è arrivata anche a Foligno. Lechler produce prodotti vernicianti e quindi lavora nel settore chimico, esportando in tutto il mondo. Abbiamo cinque mercati di riferimento e quello offerto è quindi un multi-prodotto. Lo stabilimento folignate è interessato in produzioni a base di acqua come, ad esempio, le idropitture.

Come si inserisce Lechler nel tessuto sociale ed economico cittadino?

Abbiamo un bel rapporto con il territorio. Lo stabilimento di Foligno offre lavoro a circa 60 dipendenti, quindi stiamo parlando di sessanta famiglie, distribuite non solo in città ma anche nei comuni limitrofi. La nostra è una presenza concreta. Con il tempo siamo cresciuti anche con diversi investimenti, che hanno portato a creare un’unità produttiva importante, dedicata alla ‘tecnologia all’acqua’, che è quella destinata ad un sicuro sviluppo futuro. Abbiamo sempre sentito la presenza delle istituzioni e personalmente ho avuto rapporti con diversi uffici pubblici, trovando sempre la massima disponibilità nel voler affrontare le questioni poste dall’azienda.

Il titolo del convegno di quest’anno è “Il lavoro che vogliamo”. Il lavoro che vogliono gli imprenditori è lo stesso di quello che vogliono i lavoratori?

Non è una domanda semplice. Quello che si propone il convegno, per cui dobbiamo anche ringraziare gli organizzatori, è iniziare a mettere a confronto diverse realtà che fanno parte del mondo del lavoro. Dagli imprenditori, che il lavoro ce l’hanno come business, alle forze politiche, che sono importanti per sostenerlo e favorirlo all’interno del territorio. Sono parole che, coniugate insieme, fanno la storia di questo convegno. Ci auguriamo siano lo spunto di riflessione su questo tema.

Lechler è presente a Foligno dagli anni Ottanta e ha scelto questa città per il suo ruolo strategico e logistico. In questi ultimi mesi in Umbria sui trasporti si è accesa una forte discussione: parliamo del Frecciarossa con fermata a Perugia. Lei pensa che lo storico scalo ferroviario folignate ci abbia rimesso? In tema di infrastrutture, cosa manca ancora a questa regione?

Le strutture sono importanti. Il mondo infrastrutturale italiano, che è quello che ci interessa di più, è importante. Qualsiasi azienda può risultare avvantaggiata dalla presenza o dalla facilità degli scambi in input e output che si possono intrattenere sul territorio. Questa è una condizione importante per lo sviluppo di un’azienda. Chi governa il territorio deve prestare una certa attenzione al tema delle infrastrutture. L’Italia, a livello territoriale, non è una nazione facile, soprattutto per la sua conformazione fisica e nonostante gli sbocchi sul mare. Di opportunità comunque ne abbiamo: è l’esempio, come ci insegna la storia, del Mediterraneo. Ecco, facciamo ritornare la nostra storia su questo mare: favoriamo la presenza di infrastrutture che possono aiutare gli imprenditori a fare le scelte più giuste all’interno delle proprie aziende.

Come è cambiato, dall’avvento della crisi, il mondo dell’imprenditoria? È vero che si vede la luce in fondo al tunnel come ci dicono gli ultimi dati su Pil e debito pubblico?

Abbiamo tutti attraversato un momento di crisi e lo ha attraversato anche l’azienda che rappresento. Bisognerebbe spendere molte parole per capire se si sia trattato di una crisi economica, politica o finanziaria e ci vorrebbe altrettanto tempo per capire se ne siamo davvero usciti. Sul tema del lavoro, una delle prime cose che ci dobbiamo dire è che se il lavoro non c’è, tutto diventa più difficile. Ho in mente le giovani generazioni. I ragazzi che incontro hanno la grande urgenza di concretezza. Parole sì, ma anche concretezza. Avere il lavoro è uno degli aspetti più importanti da tenere in considerazione per evitare la crisi. Se è vero che c’è una crisi e che stiamo cercando di venirne fuori, dobbiamo farlo favorendo la ripresa attraverso il lavoro. Se questo non c’è o non è così facile da trovare, è fondamentale non ostacolarlo: in questo caso è la politica che deve fare la parte più grossa, ovvero favorire uno sviluppo dove è ostacolato.

Da poche ore l’Italia ha votato. Cosa chiede il mondo dell’imprenditoria al nuovo Governo?

Si chiede serietà, nonché di cogliere quelle opportunità in maniera concreta. Si deve dialogare all’interno delle differenze tra le persone, ma ci vuole serietà nell’affrontare gli argomenti. Molti programmi politici sembravano molto vicini e simili. Tutti gli schieramenti sembrano comprendere molto bene i problemi, ma quando si arriva a governare le cose poi cambiano. Vogliamo una collaborazione affinché i problemi vengano visti il più possibile nell’ottica del bene comune: in questa maniera ci sarebbe maggiore chiarezza d’intenti. Parole come etica e morale non devono essere vuote di significato. Per applicare la buona politica basta guardare la realtà quotidiana che ci circonda.

Torniamo al convegno. Per l’occasione sarà presente e parlerà anche il vostro amministratore delegato.

Aram Manoukian, che di Lechler è anche proprietario, ha colto questa iniziativa dimostrando da subito grande interesse. Sono contento che abbia immediatamente dato la sua disponibilità nell’organizzarlo all’interno dello stabilimento di Foligno. In Lechler c’è grande cultura e rispetto della persona, insieme alla capacità di credere nelle competenze professionali e umane che si sviluppano all’interno della nostra azienda. Il convegno si inserisce anche all’interno della catechesi di Papa Francesco nell’ambito della settimana sociale dei cattolici a Cagliari. Partiremo da lì: la visione dell’uomo legata al lavoro non solo per il bisogno di lavorare, ma anche per altro.

Appuntamento dunque per venerdì 16 marzo alle 17.15 con il convegno dell’Ufficio per la Pastorale del lavoro della Diocesi di Foligno nella sede della Lechler in via Bianca, zona industriale di Sant’Eraclio. Nel corso del convegno, è prevista la relazione di Elisabetta Tondini, responsabile area processi e politiche economiche e sociali dell’Aur. Come detto, prenderà la parola anche l’amministratore delegato di Lechler Italia insieme alla presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, Giorgio Mencaroni presidente di Unioncamere Umbria e Paolo Bazzica, presidente di Confindustria Foligno. Le conclusioni saranno affidate a monsignor Benedetto Tuzia, vescovo di Orvieto-Todi. Moderatore sarà il direttore della Gazzetta di Foligno, Enrico Presilla. Previsti anche i saluti iniziali del direttore dell’Ufficio per la Pastorale del lavoro, don Luigi Filippuccci, e del sindaco di Foligno, Nando Mismetti.

FABIO LUCCIOLI

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