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Giovane folignate importunata in treno: “Non posso avere paura di viaggiare da sola”

Assenza di videosorveglianza, forze dell’ordine dall’organico in visibile affanno, difficoltà nell’applicazione delle pene; questa la ricetta per l’ennesimo caso di molestie in treno all’altezza di Ponte San Giovanni, centro nevralgico di spaccio e prostituzione nel Perugino. A farne le spese la scorsa settimana una giovane ragazza folignate di origine straniera, proprio in occasione della Festa della donna: “Mi hanno fischiata, per poi avvicinarmi e urlarmi volgarità addosso. Parlano nella loro lingua, sicuri di non essere capiti, viaggiando sempre in gruppi da 4-5 persone. Se ha paura anche chi dovrebbe difendermi, perché non dovrei averne io?”.
Grazie per aver accettato di parlarne alla Gazzetta. Potrebbe raccontarci di quanto le è accaduto la scorsa settimana?
“Nessun problema. Mercoledì pomeriggio, salita sul treno per Foligno, avrei dovuto raggiungere la carrozza di una mia amica, anche lei di ritorno dalle lezioni universitarie. Mentre camminavo fra gli scompartimenti, ho riconosciuto due ragazzi saliti poco prima a Ponte San Giovanni. Stavano parlando di me ad alta voce, in albanese, commentando in maniera spinta. Fortunatamente capivo cosa si stavano dicendo, che si sarebbero strofinati su di me se fossi passata di lì. È stato avvilente, anche perché in situazioni simili arrivi a chiederti se magari il problema possa essere tu. Indossavo una semplicissima tuta, non avevano alcun motivo per comportarsi in quel modo. Il giorno dopo il copione è stato lo stesso, questa volta due africani mi hanno urlato addosso che sarei dovuta scendere a Bastia, sbraitando che quel treno non era di mia proprietà. Il problema è che io fruisco dei mezzi con un regolare abbonamento e vedere ogni giorno i controllori evitare di chiedere loro biglietto e documenti per paura che possano alzare le mani fa veramente male. Provo rabbia, non è giusto che godano di ogni impunità alla faccia di chi rispetta le leggi”.
Non è quindi riuscita a rivolgersi alla polizia ferroviaria?
“I poliziotti sono pochi, mi è capitato di vedere qualche agente all’inseguimento in stazione; per i treni il discorso è analogo, spesso vedo passare solamente il controllore, vittima preferita dell’ennesima mandria ululante. Mia madre è arrivata al punto di chiedermi di utilizzare l’auto per spostarmi, mettendo da parte l’abbonamento e ignorando i soldi spesi. Mio padre, per svolgere una qualsiasi commissione serale, preferisce chiedere a mio fratello. Come siamo arrivati a qualcosa di così profondamente sbagliato?”.
La situazione sembrerebbe irrecuperabile. Cosa dovremmo fare?
“Secondo me è per questi motivi che la Lega ha registrato forti consensi anche in Umbria. È difficile da dire, ma persino io, antirazzista e di centrosinistra, potendo avrei votato Salvini. Siamo stufi di rinunciare ai mezzi pubblici, al centro storico, ai parchi, ai monumenti, ai servizi, stufi di voltarci puntualmente dall’altra parte. Non c’è nulla di populista in questo, ci sono solo cittadini consci di dover sfruttare ogni occasione buona per essere rappresentati”.

VITTORIO BITTI

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