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Giggino si dà alla lirica e canta “Che gelida manina”

Ohibò! Nessuno avrebbe immaginato che Giggino avesse una particolare predilezione per la lirica e amasse moltissimo la Bohème di Puccini. Il debutto ufficiale c’è stato, qualche sera fa, da Vespa a Vespa, quando Giggino, parlando del misterioso contenuto del decreto governativo, ha intonato “che gelida manina…”. Ma è stato subito fermato dal Vespone che gli ha replicato “Cercar che giova? Al buio non si trova”.

In questi giorni sono scattate subito le ricerche per capire cosa sia successo. Addirittura qualcuno ha avanzato l’ipotesi che nella scatola del voluminoso decreto inviato al Quirinale sia stata furtivamente nascosta Mano Mano. Chi è? L’inquietante personaggio della famiglia Addams. Insomma in queste ore non si parla d’altro. Anche in Europa, tant’è che Junker ha attivato tutti i suoi 007 per trovare questa maledetta mano morta che tra l’altro darebbe fastidio addirittura alla Merkel. Intanto la passione lirica di Giggino ha contagiato anche il capo del Governo che ha aggiunto al suo curriculum la voce: Melòmane. Infatti in questi ultimi giorni, dopo lo schiaffo europeo, lo si è sentito cantare a Bruxelles, dopo aver minacciato le dimissioni, poi smentite: “Di quella pira, l’orrendo foco, tutte le fibre m’arse, avvampò”. Non è stato da meno Kim Salvin-Un che si è subito adoperato per stare al passo con i suoi partner. E da parte sua ha affrontato un repertorio che gli calza proprio a pennello. È salito tronfio sul palcoscenico e, guardando all’orizzonte ha urlato “tramontate cinque stelle, all’alba vincerò, vincerò, vinnnnnnnn ce roooooo”. Non sapendo, però, il tapino che la pucciniana Turandot restò incompiuta per la morte del Maestro. Venne terminata, in seguito, da tale Alfano. Chissà, a volte… ritornano.

ROBERTO DI MEO

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