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Etica ed economia, le filiere creano ricchezza

“Cicerone diceva che è il lavoro che deve essere dato perché bisogna imparare a lavorare, non servono gli aiuti di stato. L’assistenzialismo non è mai una buona notizia. Dobbiamo dare ai giovani la possibilità di lavorare. L’assistenzialismo, al Sud, sarà sinonimo di lavoro nero che è in mano alla malavita. Solo il lavoro rende liberi e dà dignità, l’assistenzialismo blocca ogni iniziativa e delude i ragazzi che lavorano e questo non è economicamente etico, mentre si potrebbero garantire finanziamenti ai giovani imprenditori con il denaro stanziato o alleggerire il cuneo fiscale per chi assume giovani”. Così Antonio Tajani, Presidente del Parlamento Europeo, ha concluso il XXVI convegno organizzato da Nemetria, a Foligno, dal titolo “Etica ed Economia: le filiere, assi portanti dello sviluppo”. La conferenza è stata ricca di interventi e caratterizzata anche dalla presenza di autorevoli relatori, quali il ministro per gli Affari europei e presidente del Comitato scientifico di Nemetria Paolo Savona che ha parlato di etica economica come “teoria del vivere dal punto di vista dell’economia; “l’etica diventa morale quando segue l’evoluzione storica della nostra società, altrimenti si cade nel moralismo che invece indica rigidità”. Come relazionato da De Rita, Presidente Censis e Presidente di Nemetria, le più importanti filiere Italiane sono: l’enogastronomia, la filiera del lusso, quella degli impianti industriali e pezzi di ricambio e la filiera del turismo. Queste filiere verticali hanno reso l’Italia una potenza. Federico Golla, presidente della Siemens, ha sottolineato aspetti di rilievo delle filiere. Le grandi imprese partecipano di più alle filiere ed è interessante vedere la correlazione tra la posizione dell’azienda nella filiera e il valore creato. L’economia dei paesi delle aziende che partecipano alla filiera viene positivamente influenzata; tanto più è la presenza di catene tanto più è efficiente il sistema giudiziario, come dimostrato da un’analisi fatta dagli economisti della Banca d’Italia. Le filiere producono una componente etica e capitale sociale, perché si creano rapporti e relazioni tra paesi che generano benessere. Lo scambio di filiere aiuta a mantenere la coesione anche a livello globale perché, come diceva l’economista francese Bastiat, “dove passano le merci non passano gli eserciti”. Il ministro Savona ha inoltre ricordato lo spirito che animò Leonello Radi e De Rita nell’intraprendere conferenze che non seguissero le linee tradizionali, ma che si concentrassero su aspetti particolari, nel tentativo di conciliare la dottrina sociale della Chiesa con la dottrina economica, gettando un ponte tra queste due discipline al fine di dialogare. Questo è lo spirito che chiedeva Radi in una città dove tali argomenti trovano naturale sviluppo in nome dei grandi santi che hanno connotato la storia di Foligno. Anche il vice sindaco Rita Barbetti nel saluto iniziale ha ricordato S. Francesco che scelse Piazza della Repubblica per vendere tutti i suoi averi.

PAOLA POMPEI

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