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Poetici abbattimenti

Silenzio, intorno: solo, alle ventate, / odi lontano, da giardini ed orti, / di foglie un cader fragile. / È l’estate fredda, dei morti”. In città è iniziata una campagna di abbattimento delle alberature e siamo solo ai primi tagli. Cosa avrebbe scritto Giovanni Pascoli se avesse visto cadere interi alberi invece delle loro poetiche foglie? C’è da sospettare che si predichi bene e si razzoli male, se è vero che sul sito istituzionale del Comune si legge: “Gli alberi sono una ricchezza per tutti, indipendentemente dal fatto che questi siano di proprietà privata o pubblica. Prima di decidere di abbattere un albero, proviamo a guardarlo come un essere vivente e non come un semplice componente di arredo del nostro giardino”. La legge regionale 28/01 elenca le specie protette per cui l’abbattimento o la potatura sono consentiti solo al verificarsi di determinate condizioni, che devono essere accertate dal Comune competente per gli alberi ubicati su suoli non agricoli. E per le specie non protette è ammesso l’olocausto? Le piante sono essenziali per la nostra salute, la loro conservazione è fortemente collegata alla difesa del territorio e rivestono anche un valore storico e culturale. Così ci insegnavano i nostri insegnanti delle elementari al Campaccio nel corso delle feste degli alberi. Ragionateci un attimo prima di dagli giù con ruspe e motoseghe. Il sacrificio per salvaguardare la pubblica incolumità, se sacrificio deve essere, va ‘ ‘ponderato. La nostra comunità deve pensare all’ambiente come una risorsa produttiva su cui investire. Sorge il sospetto che le cause dei tagli derivino dall’incapacità di organizzare un sistema di manutenzione costante delle aree verdi. In via Oberdan cinque anni or sono hanno abbattuto cinque grandi tigli, mai ripiantati. E che fine faranno gli alberi divelti dell’ex Carducci? Oggi il verde è attentato proprio da chi doveva vigilare per tutelarlo. Che sia giunta davvero “la fredda estate dei morti”?

GIOVANNI PICUTI

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