Enrico

Politica e comunicazione: la rotta è stata tracciata

Gennaio è stato il mese delle grandi feste diocesane: da Sant’Angela alla Madonna del Pianto, da San Feliciano a San Domenico, monaco benedettino e compatrono di Foligno, che dà il nome alla Fondazione editrice di Radio e Gazzetta. In un periodo così ricco, si è innestata a sorpresa la visita del Papa a Spello ed è stato presentato il nuovo assetto dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali nonché il rinnovato sito internet della Diocesi. Un vero e proprio collaudo per chi governa il processo comunicativo di questa comunità. E la risposta è stata ottima, grazie al supporto di professionisti in grado di aumentare la pervasività senza slogan a effetto, senza clamore, espressione di “un giornalismo fatto da persone per le persone, e che si comprende come servizio a tutte le persone”. Anche perché non si è trattato “semplicemente” di raccontare in modo cronachistico gli avvenimenti, possiamo affermare che l’evoluzione dell’intero comparto delle comunicazioni sociali diocesane ha rafforzato la coraggiosa presa di posizione politica del Vescovo Sigismondi nel corso della festa di San Feliciano. La città si è stretta intorno al suo Patrono con il solito affetto e la medesima partecipazione; il Vescovo ha indicato la rotta con le caratteristiche che l’azione politica deve avere. Sui social le visualizzazioni e le interazioni hanno raggiunto numeri incredibili per il nostro territorio. E i politici locali come hanno reagito? Complessivamente molto bene, in tanti hanno condiviso l’appello di mons. Sigismondi alla “ricerca del bene dei cittadini”. Non è però mancato chi ha tacciato di ingerenza il nostro Vescovo, che dovrebbe pensare più alla Messa che alla politica. In attesa di capire se il messaggio, oltre ad essere ascoltato, venga anche compreso e attuato, agli osservatori più attenti e smaliziati non è sfuggito chi con maggiore scaltrezza è immediatamente salito sul carro rispetto a chi, probabilmente ancora un po’ acerbo riguardo a certe dinamiche, ha rispolverato la libera Chiesa in libero Stato, una specie di tributo al titolaredel nostro Corso cittadino che pronunciò più volte la famosa frase.

La realtà è però un’altra. Mons. Sigismondi ha preso certamente una posizione chiara, ha parlato senza infingimenti. Ma non ha dato indicazioni di voto, quanto delle vere e proprie “istruzioni” per chi vuole accettare la sfida del servizio alla comunità senza “l’eccessivo attaccamento al potere”. E, soprattutto, sebbene le abbia proclamate dinanzi a una nutrita schiera di politici locali, le “Beatitudini del politico” sono state rivolte in modo particolare a coloro che dovranno scegliere i propri rappresentanti. Ascoltare, meditare e poi valutare a chi dare il voto. “Perdere la gloria per salvare l’onoreè l’unico vitalizioche un uomo politico, di qualunque appartenenza culturale e religiosa, dovrebbe cercare di ottenere”: questi i presupposti che per il Vescovo Gualtiero condurranno Foligno a una “stagione nuova”.

ENRICO PRESILLA

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