Alessandro Fugazza

In memoria di Capitan Fugazza, un esempio di come fare Quintana

In occasione dell’intitolazione dei giardini di Via Siena alla memoria di Alessandro Fugazza, capo tamburino storico del rione Contrastanga, morto prematuramente il 28 marzo del 1996, il priore Carlo Mattioli e il vice priore Michelangelo Epicoco sono intervenuti per raccontarci la sua storia.

Carlo Mattioli, priore

Alessandro Fugazza era il capo tamburino storico del rione, quando è morto nel 96 suonavo con lui da qualche anno. Era di S. Eraclio, nato nel rione dove c’era già suo fratello. Sin da piccolo voleva fare il tamburino, poi è diventato molto di più. Sempre il primo a impegnarsi, a rendersi disponibile: Capitan Fugazza durante il giorno, Capitan Stramazza al calare della notte. Lavorava tutto il giorno al rione, poi affondava qualche bicchiere, dormiva su un tavolo, la mattina prendeva un caffè, tornava a casa il tempo necessario a rimettersi in forze e via di nuovo in taverna a lavorare. Per tutto l’arco della quintana, la famiglia lo vedeva solo la mattina (ride). Successe nel il 1996, Alessandro giocava a calcio con il S. Eraclio e lavorava nella polisportiva Liberi di Muoversi (ora Disabili Foligno), guidando il pulmino. Un giorno, sul campo da calcio, cade a terra, sviene ed entra in coma. Noi tamburini ci diamo dei turni e registriamo una cassetta con i suoni dei tamburi per fargliela ascoltare sperando in un segnale di ripresa, ma non va come speriamo. Decisi allora di smettere di fare il tamburino, perché senza Capitan Fugazza continuare non aveva senso. Da quel momento, da un capo tamburino all’altro ci si passa la maglia con la foto di Alessandro. Con il mio priorato gli è stata intitolata la stanza dei popolani e dei tamburini, nell’ottica del rispetto della celebrazione delle figure istituzionali del rione Contrastanga. Questa è stata la nostra prima delibera. Pochi giorni fa, veniamo a sapere che un comitato ha fatto richiesta per intitolare i giardinetti di Via Siena ad Alessandro, e ci è sembrato doveroso che il rione presenziasse alla cerimonia”.

Michelangelo Epicoco, vice priore

Sono entrato al Contrastanga nel 1994, sono dentro ormai da 25 anni. Ho conosciuto subito Alessandro, era uno che sapeva divertirsi ma nel limite della correttezza. Volevo fare le prove per diventare tamburino, il caso ha voluto che proprio i primi di marzo del 1996, al biliardo I Giovani (ora Tre & 23), mi feci avanti chiedendogli di suonare: l’unico rammarico è il non avere avuto la sua approvazione e non aver sfilato con lui. Sono stato capo tamburino anche io, ho ricevuto la maglia che fu fatta da Simone Belillo, colui che prese le redini dei tamburini dopo la morte di Alessandro. Tanti smisero, Simone si trovò a dover ripartire con un gruppo di giovani completamente nuovo, il resto è storia. Una cosa l’ho imparata, che le figure della Quintana, in primis i tamburini, devono essere umili, mettersi al servizio del gruppo. L’umiltà è un valore che ora mi appartiene, e di questo devo ringraziare Alessandro, un simbolo del rione Contrastanga e un esempio di come la Quintana vada vissuta”.

VITTORIO BITTI

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