download

Fils: una storia durata 20 anni, con il finale già scritto

Fils Spa è stata costituita alla fine degli anni ‘90: socio unico il Comune di Foligno.

Doveva essere un “incubatore di impresa”, è sempre stata, invece, un contenitore elettorale con assunzioni svincolate dall’obbligo del concorso, senza che sia stata mai effettuata una “simulazione di mercato”, per una corretta analisi costi/benefici, cosicché i servizi venivano affidati soprattutto per garantirne la sopravvivenzaIn conseguenza delle varie perdite di esercizio, il Comune di Foligno ha effettuato, nel corso degli anni, varie ricapitalizzazioni conferendo, una prima volta, il 60,60% dell’immobile sito in Foligno, viale IV Novembre e, successivamente, anche tutti i mezzi operativi utilizzati dall’Area Lavori pubblici comunale; l’Ente, inoltre, ha prestato fideiussione per il mutuo contratto dalla Società per l’acquisto del capannone di proprietà Giombini, sede dell’azienda

Nel 2013 a seguito di una ulteriore perdita, per oltre del capitale, la società da Spa è stata trasformata in Srl. Nel 2015 altra perdita di esercizio per € 500.777,00 con debiti per € 4.892.055; nella “nota integrativa” non vengono fornite informazioni circa il debito maturato con Equitalia. A giugno 2016 la società è stata messa in liquidazione. Nel 2018, nell’ambito di un procedimento penale (reato ipotizzato peculato) nei confronti di Stefano Mattioli, già presidente e liquidatore della società, il PM presso il Tribunale di Spoleto, ha dato incarico, ad un funzionario della Corte dei Conti, di verificare la situazione economico-finanziaria e contabile della partecipata e, all’esito, ha presentato ricorso per la dichiarazione di fallimento della società.

Alla udienza del 10 gennaio 2019 gli organi societari, per evitare il fallimento, hanno richiesto l’ammissione alla procedura di concordato preventivo; il termine per la proposta è scaduto il 17 giugno 2019, ma nessun documento è stato presentato: evidentemente non ne sussistono i presupposti. Salvo successivi accadimenti, il fallimento pare ineludibile. Il CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio), nella relazione depositata il 02/05/2018, acquisita la documentazione, comprese le annotazioni di polizia giudiziaria, ha ricostruito i rapporti tra la Fils e il Comune di Foligno, con particolare riferimento all’attività di riscossione delle imposte, regolamentata con contratto di servizio, che prevede – quale corrispettivo – un aggio del 31,5%, con un introito minimo garantito, in favore del Comune, di € 220.000,00 annui. L’importo riscosso doveva essere versato nelle casse comunali trimestralmente; in caso di mancato versamento l’Ente poteva trattenere le somme, da corrispondere per altri servizi e, persino, risolvere il contratto. Il Comune, invece, ha continuato a pagare i servizi svolti dalla società, nonostante l’ingente credito maturato nei confronti della partecipata che ha omesso di versare quanto introitato, trattenendo (non certo legittimamente) le somme riscosse.

Nell’elaborato si evidenziano, in risposta al quesito del PM, “le difficoltà operative nei rapporti tra il controllante Comune di Foligno e la società controllata … in riferimento … all’incasso delle imposte effettuato da Fils per conto del Comune, con una conseguente esposizione debitoria della società verso l’Ente di € 888.948,26…”. Non solo: secondo il Tecnico le criticità riscontrate fanno affermare che “… una positiva conclusione della procedura di liquidazione non è ritenuta ipotizzabile, con ripercussioni anche sul credito vantato dal Comune nei confronti della Fils”: danno erariale? Nel frattempo è stato alienato a Vus Spa, l’immobile di Via IV Novembre (palazzina Vus); la società acquirente si è accollata il debito di Fils. Il Comune di Foligno, ha prestato a Vus fideiussione, anche se il bene è di proprietà dei 22 comuni, soci di Vus.

Fine della prima puntata.

STEFANIA FILIPPONI

0 shares

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Skip to content