Madonna del Pianto

Il mercatino delle pulci

Come tornare liberi e padroni nelle nostre feste?

“L’espressione “mercato delle pulci” deriva quasi certamente dal francese. Nella zona di Parigi si trovano tre storici marché aux puces; quello di Saint-Ouen, il Marché aux Puces de la Porte de Vanves e quello di Montreuil. Il primo, che è a tutt’oggi il più grande del mondo, era tristemente noto proprio per le pulci che infestavano i tappeti e i capi di abbigliamento in vendita, e quindi potrebbe essere all’origine dell’espressione.
(Fonte Wikipedia)”
Il romanticismo e la poesia che caratterizza specialmente in questi giorni questo genere di commercio non è certo nella sua etimologia. Il parassitismo, però, credo che sia una caratteristica propria dei mercati che sbocciano come funghi durante, intorno e qualche volta anche dentro le feste, soprattutto religiose. Quando si celebra una solennità, un santo, un patrono, esplode come per epidemia un mercato, una fiera, un focolare di bancarelle tra le quali fare lo slalom nel tentativo di arrivare al luogo di culto. Addirittura pian piano un prodotto arranca come un’edera su una quercia e soffoca la vitalità del senso religioso, a tal punto che si va per fare una rapida devozione al “festeggiato” e una lauta celebrazione della merce. Pensiamo solo a quanto avviene qui a Foligno per le cialde di S. Lucia, i regali per le feste di Natale, le arance della Madonna del Pianto, i roccetti di S. Antonio, lo School Contest per la veglia del Patrono, la fiera di S. Feliciano, addirittura i croccanti per la processione del Cristo morto al Venerdi Santo, con tanto di colazione, pizza, salame, vernaccia di Cannara e l’immancabile porchetta. Il Vangelo racconta che i cagnolini si nutrono delle molliche che cadono dalla tavola del padrone, e non che il padrone raccoglie gli avanzi di ciò che straborda dalla ciotola del cagnolino. Per il momento prendiamo atto che ogni festa ha le sue pulci che proliferano a sbaffo del senso religioso! In attesa di tornare padroni delle nostre celebrazioni continuiamo a “grattarci”, sperando che il Natale porti alla nostra cultura una fede nuova di “zecca”. (Se bastasse un santo per creare commercio, si potrebbe suggerire al presidente Monti di prendere in mano il calendario liturgico per rilanciare l’economia Italiana. Con l’anima in pace e la pancia piena la finanziaria è più serena!)

© Gazzetta di Foligno – GIOVANNI ZAMPA

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