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FILS, che fare?

Sul bilancio 2013 della FILS i Revisori dei Conti danno parere negativo e giudicano seria la situazione finanziaria della società partecipata al 100%, per la quale occorrerebbero interventi urgentissimi e non più prorogabili da parte del socio e dell’amministratore, data la totale incertezza legata al rischio di liquidità e alla struttura finanziaria dell’azienda. La conclusione è chiara: il Collegio ritiene che in caso di inerzia del socio ricorrano le condizioni per l’avvio di una procedura concorsuale. La FILS rischia il fallimento, perché lo stato di insolvenza che si protrae da molti esercizi non garantisce una seppur minima continuità aziendale. Ma come è stato possibile? Sfogliando la Gazzetta, dalle interviste dei Presidenti Matarazzi e Raio alla cronaca politica, possiamo averne un’idea. La FILS nasce come progetto di avvio al lavoro all’indomani del terremoto, quando la città ha urgente bisogno di servizi sul piano dell’intervento straordinario e della manutenzione ordinaria. Nasce da un’idea di Mario Matarazzi, ex assessore ai lavori pubblici, subito sostenuta dal Comune. L’idea è buona, anche se gestita, forse, più con euforia che con oculatezza e con dipendenti assunti su chiamata diretta e non selezionati in base a profili professionali necessari per lo svolgimento di mansioni specifiche. Ma le richieste e le urgenze sono tante e i soldi per intervenire pure. Finita la ricostruzione, si pone la domanda se continuare o no. Chi avrebbe risposto di no, in un momento di magra per l’occupazione locale? La FILS non riesce però a decollare per forza propria e bussa al Comune per avere commesse e lavoro. Cerca anche di posizionarsi sul mercato dei servizi – manutenzione, riparazione, giardinaggio, pulitura … – , ma non riesce a spuntarla con una concorrenza probabilmente più esperta, agguerrita e rapida, e dall’Ente locale, finite le risorse del terremoto, non può aspettarsi più di tanto, nonostante le richieste di Matarazzi prima e di Roberto Raio poi. Due esempi per capire. Il primo: per il trasloco del mobilio di alcuni uffici comunali, la FILS, per stare nei tempi di consegna pattuiti, finisce per rivolgersi ad una ditta locale specializzata. Il secondo: sono diverse le Scuole bisognose di interventi di manutenzione e tinteggiatura, ma il Comune soldi non ne ha e le possibilità di lavoro per la “squadra operai” della partecipata diminuiscono. Cresce invece e si aggrava la situazione debitoria, nonostante gli appalti del Comune: appalti che il Comune fa a se stesso. Possibile che, quand’era tempo, il Direttore Generale del Comune non si sia accorto di nulla? Che la Giunta comunale non si sia data da fare? Che le opposizioni si siano mosse solo nell’ultima campagna elettorale? L’allarme sui conti 2013 richiede interventi risolutivi. Sarà in grado il Comune di realizzarli, senza mettere a rischio i posti di lavoro – oggi 39 dipendenti: 14 impiegati (!) e 25 operai – di cui alcuni distaccati presso la VUS? I lavoratori e i sindacati, preoccupati per il futuro dell’azienda chiedono con urgenza un confronto con il Sindaco. Il Sindaco risponde che a ottobre proporrà soluzioni. La trepidazione cresce.

© Gazzetta di Foligno – ANTONIO NIZZI

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