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Foligno capitale italiana della cultura?

Candidatura presentata, a fine aprile la risposta del MIBACT

twit FranceschiniTutto è nato dall’assegnazione all’Italia della capitale europea della cultura per il 2019 (e con l’attribuzione del titolo – come è noto – a Matera, finalista con Perugia e con altre quattro città): l’entusiasmo e la progettualità dimostrati dalle comunità italiane nella partecipazione alla kermesse hanno portato il Mibact (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) a tradurre l’iniziativa europea in nazionale, eleggendo e finanziando (max. un milione di Euro) una capitale italiana della cultura ogni anno (a partire dal 2016, perché per quest’anno il titolo è andato ex aequo alle finaliste di cui sopra). Il decreto è del 12 dicembre scorso e prevede il conferimento del titolo alla città che meglio sappia “stimolare una cultura della progettazione integrata e della pianificazione strategica; sollecitare le città e i territori a considerare lo sviluppo culturale quale paradigma del proprio progresso economico e di una maggiore coesione sociale; valorizzare i beni culturali e paesaggistici; migliorare i servizi rivolti ai turisti; sviluppare le industrie culturali e creative; favorire processi di rigenerazione e riqualificazione urbana” (beniculturali.it). Il bando che ha seguìto il decreto è uscito il 12 febbraio 2015 ed è valido per l’assegnazione del titolo del 2016 e del 2017. Foligno ha aderito, presentando la documentazione richiesta; entro il 30 aprile il Mibact sceglierà dieci città finaliste e queste dovranno poi produrre entro il 30 giugno un ulteriore e specifico dossier. “In pochi mesi di assessorato – ha dichiarato l’Assessore alla Cultura del Comune di Foligno, Rita Barbetti – ho toccato con mano un tessuto culturale che a Foligno è amplissimo e di qualità. Spesso è misconosciuto agli stessi folignati, segno che forse non sappiamo comunicarlo a dovere. L’adesione al bando è dunque non solo un’occasione per confrontarci con altre città, ma soprattutto per fare il punto su quanto di buono abbiamo in casa. Penso alla monumentalità, ma anche ai tanti festival, alle iniziative culturali (l’anno scorso l’Auditorium ha avuto 120 utilizzi diversi e Palazzo Trinci 110), alle mostre, al vasto mondo dell’associazionismo”. Sui contenuti del dossier di candidatura – che verrà con probabilità dato alle stampe entro breve – è invece intervenuto il Dirigente dell’Area Cultura del Comune, Piero Lai: “Ci sono quattro capitoli: Foligno città della cultura, con il Gotico Internazionale di Palazzo Trinci come elemento cardine, ma anche la rete museale, dalla preistoria alla contemporaneità, gli appuntamenti associazionistici e festivalieri, l’autosufficienza e la centralità dei servizi; quindi un atlante della città, che dimostri alla giuria la proverbiale centralità di Foligno rispetto ad un più ampio contesto storico e naturalistico; e ancora il miglioramento della rete informativa e turistica approntato dalla città negli ultimi tempi; infine, l’intervento di recupero richiesto dal bando, che abbiamo individuato nell’ex-Teatro Piermarini, come catalizzatore di eventi legati ad un periodo – quello sette-ottocentesco – sinora non del tutto valorizzato”.
Oltre a Foligno, in Umbria hanno presentato la candidatura anche Spoleto e Orvieto-Todi (congiuntamente, per contiguità comunale). Ad aprile ne sapremo di più.

MAURIZIO COCCIA

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