ok - Pista ciclabile Ponte Nuovo

Una città per bici, lo è anche per gli alberi?

Pista ciclabile Ponte NuovoLa realizzazione di una pista ciclabile non è di per sé un fatto deprecabile. Preferisco infatti le due ruote ad ogni altro mezzo e per qualsiasi tipo di spostamento cittadino; non senza qualche difficoltà, ben inteso. La prima delle quali risiede non tanto nella mancanza di percorsi ad hoc (a Foligno c’è già qualche pista, anche se talvolta al limite della praticabilità e continuamente intersecante con la viabilità a motore – fatto che non la rende di molto preferibile alle strade normali), quanto piuttosto alla scarsa attenzione che i guidatori alle nostre latitudini continuano ad avere per ciclisti e pedoni. Ben vengano nuove ciclabili, dirà allora qualcuno. Ma per andare dove? E a che prezzo? È quanto mi sono chiesto assistendo al sacrificio di una decina di robinie (Robinia pseudacacia, più semplicemente nota col nome comune di acacia: l’albero che in questa stagione produce quei bei grappoli profumati, cari alle api e agli infioratori) per la erigenda ciclabile di Viale XVI Giugno, un centinaio di metri tra il Ponte Nuovo e il parcheggio dello stadio. Possibile, mi sono ancora chiesto, che non si potesse trovare altro modo di realizzarla che tagliare le piante? Trovo infatti paradossale che per facilitare una mobilità dolce, che in sé presume un’attenzione etica al risparmio e alla natura, si debbano sacrificare alberi decennali (tra l’altro sul ciglio dell’argine del Topino). L’impressione è che la natura ci piaccia fin quando non ci sia d’intralcio e fin quando ci serva. Se proprio non si vuole considerarlo un essere vivente, se non si apprezza il suo valore estetico, foss’anche un mero aspetto utilitaristico a guidarci, val bene ricordare che un albero di medie dimensioni, come la robinia, riesce ad assorbire durante il suo ciclo vitale circa 2,5 tonnellate di CO2, producendo giornalmente ossigeno sufficiente per la respirazione di tre persone. Non è poco, visto che proprio l’inquinamento dell’aria è una delle maggiori cause dell’insorgere di patologie cancerogene in Europa (e non solo). Speriamo almeno che a lavori finiti la ciclabile sia preferita alle carrabili e che Viale XVI Giugno si presenti con un nuovo perimetro di verde arboreo. Stava d’altronde nel piano del Comune, come annunciato già tre anni fa (era la primavera del 2012), l’intenzione di ampliare il verde cittadino con la piantumazione di 387 nuovi alberi. In diverse zone predisposte (ad esempio la parte di Piazza San Domenico a ridosso dell’ex-Collegio Sgariglia), le aiuole attendono ancora orfane.

MAURO COCCIA

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