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Settimana politica

VUS in utile. Ma dubbi sulla liquidità
La VUS Spa consegue nel 2014 un utile di 944.093 euro, beneficiando della rivalutazione del valore delle partecipazioni (VUS COM-VUS GPL-ICT-TREC) alle corrispondenti frazioni di patrimonio netto con effetto positivo di 3 milioni e 447 mila euro e scontando accantonamenti per quasi 7 milioni (causa restituzione accise sospese per sisma, svalutazioni crediti e immobilizzazioni). Pesano sul bilancio debiti verso i 22 Comuni soci per 18 milioni con tempi medi superiori a 240 giorni, che determinano l’utilizzo al massimo dei fidi e riflessi negativi sul grado di concorrenza. Ma i Comuni, d’ora in poi, si impegnano a pagare le fatture entro 60 giorni. Per il pregresso è stato stilato un piano di rientro per estinguere il debito al massimo in 6 mesi. Il Comune di Spoleto (tra i più morosi) nei primi sei mesi del 2015 ha pagato circa 2 milioni e mezzo (alla fine del 2014 aveva pagato altri 3 milioni e 200 mila euro). Pesa ancora sul bilancio la difficoltà a incassare le utenze; per questo prudenzialmente la direzione di VUS (Walter Rossi con il responsabile della contabilità Fabio Cari), con sollecito anche dei Revisori dei Conti, ha svalutato i crediti per le prospettive (complesse e aleatorie) di recupero. Le criticità finanziarie (la posizione finanziaria netta è negativa per 26 milioni) incidono sul pagamento dei fornitori (in totale i debiti sono più di 51 milioni, 3 milioni in meno rispetto al 2013). VUS, comunque, monitora il rischio di revoca dei fidi: al 2014 sono stati rilevati scoperti per 12 milioni e mutui da rimborsare per 14 milioni. L’azienda è fiduciosa sulla sostenibilità finanziaria per il 2015, prevedendo un auto-finanziamento per 9 milioni, con attenta gestione del capitale circolante, del credito di utenza e verso Comuni. Evento positivo è l’aumento delle disponibilità liquide nel 2014: 1 milione 814 mila euro (+ 400 mila rispetto al 2013). VUS presenta anche un bilancio consolidato, che tiene conto delle aziende partecipate, in perdita per 1 milione e 684 mila. L’azienda è allora sana? Quali le prospettive? Il settore gas ha prodotto utili, così come quello idrico (ha beneficiato dell’aumento delle tariffe), mentre perde (-392.578 euro) l’igiene urbana, nonostante minori oneri per la riapertura di Sant’Orsola. Caratteristica del bilancio è la prudenza: il fondo rischi e oneri ammonta a ben 15 milioni e mezzo. Ancora: per i Comuni, VUS dovrebbe essere fonte di guadagno, ma non sempre i dividendi vengono pagati. L’utile di 944.093 euro non sarà distribuito, ma posto a riserva. La prudenza non è mai troppa; infatti c’è in ballo la questione gas: con la divisione tra distribuzione e vendita, il Comune di Foligno, stazione appaltante, dovrà indire una gara e costituire con l’impresa vincitrice una società, dove VUS avrà posizione azionaria minoritaria. L’azienda pubblica più grande del territorio (ha 407 dipendenti) lotta per sopravvivere alla concorrenza con un patrimonio netto (circa 9 milioni) che non agevola grandi investimenti. Anzi, c’è da fare attenzione per non vedere revocati fidi (ciò per ora è da escludere). Ci sono altre considerazioni da sollevare. VUS deve pagare per l’uso delle reti idriche all’Autorità d’Ambito quasi 2 milioni (nel 2014 il debito era di 567 mila), ai Comuni per le reti gas quasi 3 milioni e per prestazioni rese quasi 2. Sono costi che, nel primo caso (ATO), tengono in piedi una sovrastruttura pubblica con proprio direttore e personale. E oggi non si parla nemmeno di abolirla, perché se ne tollera l’esistenza su base provinciale. Altro aspetto: VUS ha debiti e crediti verso Comuni, che sono i proprietari, intreccio che si giustifica solo con l’obbligatorietà imposta dalla normativa. E poi VUS paga un affitto per la sede di 291.000 euro al Comune di Foligno e, in parte, a FILS: altro intreccio contabile poco giustificato. In conclusione: VUS eroga molti servizi (per il gas lo svolge con 2 controllate: VUS COM, che nel 2014 ha chiuso il bilancio in utile per 819 mila euro, e VUS GPL, in utile per duemila euro) con alti costi di produzione. Ha anche alti ricavi, ma deve confrontarsi con il mercato, con chi non paga (utenti e Comuni), risultando scarsamente concorrenziale, anche perché la nuova società che si formerà per il settore gas porrà certamente condizioni e paletti.

Riforma P.A.: addio al controllo
La legge delega di riforma della Pubblica Amministrazione (Gazzetta Ufficiale del 13 agosto scorso) cambia regole e norme riguardanti i dirigenti pubblici, compresi quelli dei Comuni. Si istituisce una banca dati dei dirigenti di ruolo degli enti locali e regionali, dove si potrà consultare il curriculum, il profilo professionale e dove saranno riportate le valutazioni collegate al raggiungimento degli obiettivi che l’esecutivo programma. Il ruolo unico dei dirigenti pubblici sarà gestito da una commissione per la dirigenza locale (decreti attuativi successivi dovranno stabilirne la composizione; sono fin d’ora esclusi sindacalisti e politici). Il Sindaco avrà facoltà di scegliere dirigenti di propria fiducia, come è oggi. Allora non cambia nulla? Sì, invece, cambia molto. Perché viene abolito l’albo dei segretari comunali e provinciali; la funzione di controllo di legalità degli atti amministrativi viene delegata a un dirigente che, nominato dal Sindaco, è inevitabilmente a lui legato e subordinato. Manterrà autonomia e equilibrio? Anche il segretario comunale era scelto dal Sindaco, ma aveva una preparazione specifica maggiore e certificata.

GIANVCARLO ANTONELLI

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