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Cesare Sermei, pittore devoto nell’Umbria del Seicento

La Custodia Generale del Sacro Convento di San Francesco, la Consulta delle Fondazioni delle Casse di Risparmio Umbre e l’Associazione Orfini Numeister hanno presentato, presso la Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, la pubblicazione Cesare Sermei pittore devoto nell’Umbria del Seicento.
A introdurre il pomeriggio è stato Padre Enzo Fortunato, Direttore della Sala Stampa del Sacro Convento, il quale ha ricordato che Cesare Sermei ha utilizzato la pittura come strumento “della bellezza che salverà il mondo”. Luisa Montevecchi, segretario Regionale MIBACT, ha evidenziato il merito dell’operato dell’Orfini Numeister, non solo con la pubblicazione del Sermei, ma per tutto il lavoro effettuato sin dalla sua fondazione. Ha anche rilevato l’importanza della ricerca meticolosa effettuata mediante le fonti catastali per rendere più completa possibile la ricostruzione della figura e dell’operato del pittore. Ha infine ringraziato la Consulta delle Fondazioni Casse di Risparmio, senza il cui sostegno certe operazioni sarebbero impossibili.
A seguire il Presidente della Consulta delle Casse di Risparmio, Vincenzo Fumi, oltre ad enumerare i diversi ambiti in cui le Fondazioni operano, ha espresso la soddisfazione per aver partecipato ad un progetto culturale così significativo quale la pubblicazione sul Sermei. Rita Fanelli Marini, Presidente dell’Orfini Numeister, ringraziando il Presidente della Consulta, ha sollecitato lo stesso sostegno per la prossima pubblicazione destinata alla figura di Liborio Coccetti, che va a completare la triade insieme a Mariano Piervittori e a Cesare Sermei, ed ha ringraziato tutti coloro che, animati da grande passione per la cultura e per il territorio, si adoperano nel raggiungimento di importanti obiettivi.
A Clara Cutini, dell’Archivio di Stato di Perugia, è stato affidato il compito di sottolineare l’importanza dell’Archivio di Stato, non solo con la sede centrale di Perugia, ma anche con le sedi distaccate di Assisi, Foligno e Gubbio. Ha inoltre rilevato la grande capacità di ricerca, di lettura e di comprensione delle fonti perché solo con un lavoro certosino di coloro che vi si sono dedicati assieme agli autori della pubblicazione, Elvio Lunghi e Paola Mercurelli Salari, si è potuto ricostruire un percorso umano e artistico ricco e articolato come quello di Cesare Sermei.
Liliana Barroero, dell’Università Roma Tre, ha esaminato la pubblicazione in ogni sua sezione, partendo dai suoi primi studi effettuati in Assisi, quando le risultava di difficile comprensione l’accostamento degli affreschi di Cesare Sermei (ad esempio il Giudizio Universale dipinto nel catino absidale della Basilica Inferiore) con quelli di Cimabue e di Giotto. Ma un’opera d’arte non è solo un monumento, è anche un documento da leggere, interpretare, collocare nel suo tempo storico. Cesare Sermei operò nella prima metà del Seicento, soprattutto ad Assisi, ma anche in altre realtà umbre. La sua formazione avvenne per buona parte a Roma, dove fu appositamente condotto dal padre Ferdinando. Nella pittura del Sermei si avverte l’evoluzione di un artista che ha contatti con i pittori romani che giungono in Assisi o che lui raggiunge con i suoi viaggi. Si nota anche la sua capacità di oscillare tra opere mirabili e altre di minore qualità. Ciò si addebita alla richiesta della committenza alla quale il pittore si doveva attenere ma forse anche alla qualità del compenso. Non va dimenticata la capacità di Cesare Sermei di aggiornarsi sulle nuove forme di pittura tanto da accogliere nel suo cantiere un giovane e innovativo Giacomo Giorgetti al quale lascerà in eredità la sua bottega.
Grandi lodi ha espresso Liliana Barroero nei confronti degli autori e della pubblicazione stessa definita un volume molto colto, molto informato, di piacevole lettura, godibile per tutti.

FRANCA SCARABATTIERI

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