ok - OTELLO IL MORO DI RASIGLIA

Otello e “lu diversamente biondo” di Rasiglia

Un primo maggio alternativo a Rasiglia, alla scoperta dell’antica arte della tessitura con l’evento “Penelope a Rasiglia con le rose”. Mostre, poesie, musica e teatro hannok - OTELLO IL MORO DI RASIGLIA - Copiao animato i vicoli del paese, creando un’atmosfera vivace e festosa. L’evento è stato organizzato dall’Associazione Rasiglia e le sue Sorgenti, tra i cui membri ricordiamo il Presidente Umberto Tonti, Antonella Tonti e Milena Martini. Tante le iniziative organizzate per la giornata. Tra queste, in particolare, ha riscosso un grande successo lo spettacolo teatrale “Otello e il Moro di Rasiglia”, il cui testo è stato scritto dal nostro collaboratore Luciano Cicioni, curatore della rubrica Le Zanzare. Si è trattato di una rivisitazione dialettale e comica dell’Otello, “lu moro” di Rasiglia, anzi “lu diversamente biondo, pe non esse razzisti”, ammiraglio comandante non a Cipro, ma “su lu Menotre”. I suoi nemici, gli ottomani, hanno risalito “lu Topino, un pezzu de lu Menotre e so arriati a Pale”, che è ora diventata base navale turca. Sono guidati dal comandante Ali’ Dver Kian, chiamato così perché originario di Verchiano, detto anche il Gran Turco. “Il feroce saracino è sbarcato a Fiumicino, arrivato fino a Orte, con le navi sulle spalle è approdato poi a Spoleto e all’ingresso della valle ha piazzato un minareto; agguerrito nella tecnica navale, il Menotre ha risalito, ma per ora è fermo a Pale”. Scopo del Gran Turco è rubare la Statua della Madonna delle Grazie per port
arla a Spoleto al festival dei due mondi. Ad aiutarlo nel suo intento è Jago da Roccafranca, mozzo della flotta “de lu Menotre”, invidioso di Otello che “gli ha fregato lu postu da Ammiraglio”. I due alleati puntano sulla gelosia della moglie del moro, Desdemona, “‘na femmena ‘ndiavulita, che va dicenno in giro che glie basta ‘nu sospettu per ammazzà lu maritu”. Il turco e il mozzo, allora, sapendo che Desdemona controlla sempre “li messaggi de lu marito”, inviano ad Otello “‘na meil” con su scritto: “Mio Otello, grande Ammiraglio, quantu si bellu, quantu si niru! T’aspetto sta sera al solitu postu in mezzo alle fresche frasche de Monte S. Lazzero”. Desdemona, quando legge “lu messaggiu”, “roscia dalla rabbia”, medita l’omicidio, ma Otello, tornato a casa vittorioso contro i turchi, riesce a spiegare l’equivoco. Un lieto fine chiude la simpatica commedia dialettale, recitata dalla compagnia “Sempre mejo che lavorà”, con la regia di Corrado Zannettino. A seguito del grande successo riscosso fra il pubblico, la compagnia ha ripetuto lo spettacolo più volte. Complimenti dunque agli attori, al regista e allo scrittore, il nostro amico Luciano!

CELESTE BONUCCI

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