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Rifugiati: la realtà oltre la retorica e il bisogno di occhiali speciali

Attualmente nel mondo sono oltre 60 milioni i rifugiati e sfollati a causa di guerre e povertà. Rifugiato è colui che cerca (e in base al diritto internazionale ha diritto di ottenere) protezione in un Paese diverso da quello in cui risiede e nel quale rischia di subire persecuzioni. Il diritto europeo estende la protezione a chi fugge da situazioni di conflitto armato, quindi da violenza diffusa non necessariamente persecutoria. L’obbligo di protezione richiede anzitutto procedure adeguate e dignitose, che garantiscano a ogni rifugiato la possibilità di presentare domanda di asilo ed essere ascoltato. Gli Stati spesso giocano su questa fase per scremare le potenziali richieste con procedure sommarie: ne è un esempio il recente accordo tra Unione Europea e Turchia per il respingimento delle persone che approdano in Grecia. Vi è poi la protezione vera e propria, che comporta l’accoglienza e integrazione di chi ha avuto riconosciuto lo status di rifugiato. È una sfida difficile per le comunità locali, anche per i credenti. Il Papa ricorda come i dibattiti su condizioni e limiti da porre all’accoglienza non cessino di moltiplicarsi “non solo nelle politiche degli Stati, ma anche in alcune comunità parrocchiali che vedono minacciata la propria tranquillità”. A livello europeo, la protezione richiederebbe maggiore solidarietà tra Stati membri. Invece il ricollocamento non funziona (previsto per 22.000 persone è stato attuato per 5.700), mentre si mette in discussione Schengen e si alzano barriere. La solidarietà è invece accordata a chi tiene i migranti fuori dall’Europa (Turchia). La politica della non accoglienza è però doppiamente irrealistica: da un lato è orba, perché disconosce il carattere strutturale e inarrestabile dei flussi migratori; dall’altro ingigantisce il fenomeno con la retorica dell’invasione, quando – ricorda il sociologo delle migrazioni Maurizio Ambrosini – nell’UE arrivano meno del 10% dei rifugiati del mondo, l’87% dei quali trova rifugio in paesi in via di sviluppo; in Italia il volume dell’immigrazione è stazionario, intorno ai 5 milioni; rifugiati e richiedenti asilo sono poco più di 150.000 (in Libano sono 1,5-2 milioni). Un’Europa che alza muri non è un’Europa “responsabile e che ritrova se stessa”, come afferma il leader della destra austriaca Hofer, ma un’Europa che, chiusa nel delirio della paura, rischia il suo stesso collasso. Oltre la verità dei numeri, Papa Francesco ci invita a guardare alla realtà dei migranti con occhiali speciali: quelli della misericordia di Dio. È questa lente che può farci riconoscere i rifugiati “non come un peso, un problema, un costo, ma come un dono”; come “persone che, tutelate nella loro dignità, possono contribuire al benessere e al progresso di tutti”; come “un ponte che unisce popoli lontani, che rende possibile l’incontro tra culture e religioni diverse, una via per riscoprire la nostra comune umanità”. 

AMINA MANEGGIA

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