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Pesce e tartufo dopo la SS77

Siamo alle soglie di un evento storico, che modificherà per sempre i rapporti tra Umbria e Marche e, quasi sicuramente, economia e abitudini di Foligno e dei folignati. Il 28 luglio prossimo verrà inaugurata in grande stile, alla presenza del premier Matteo Renzi, la Strada Statale 77 “Val di Chienti”. Un dato su tutti: per percorrere il tratto Foligno-Civitanova Marche occorrerà all’incirca un’ora. Sara più comodo e veloce andare a mangiare il pesce sull’Adriatico piuttosto che assaporare il tartufo sotto i Sibillini! E così si potrà dire che anche dalle nostre parti la tipica immobilità rurale lascia spazio al compimento della transizione industriale… Ma se l’obiettivo perseguito fosse davvero questo, saremmo inesorabilmente in ritardo di decenni e ragioneremmo con categorie ormai superate dal nuovo fronte della dematerializzazione dell’economia.

Molto più probabilmente, la nuova SS77 servirà a superare, almeno sul versante orientale, l’atavico isolamento umbro e fornirà linfa vitale per la creazione e il rafforzamento quantomeno del settore turistico-ricettizio. E, indubbiamente, riproporrà Foligno come interlocutore privilegiato per il territorio marchigiano.

Ma se andiamo bene ad analizzare, questa importante ed attesissima opera si inserisce in un sistema di vie di comunicazione umbre ancora lontano dal corrispondere alle esigenze del nostro tempo. Se è vero che il traffico su gomma segna un punto importante, va detto con altrettanta chiarezza che quello su rotaia, con tutti i vantaggi economici e ambientali che un serio potenziamento dello stesso potrebbe generare, è fermo sostanzialmente a parecchi decenni fa. La Foligno-Terontola è una linea a binario unico e il progetto di raddoppio sembra essere sbiadito e poco allettante, anche perché, forse, metterebbe in discussione l’egemonia del capoluogo regionale, sempre molto attento ad evitare di perdere terreno a favore della nostra città. La Orte-Falconara è a binario unico nel tratto Foligno-Fabriano e in quello Spoleto-Terni, senza considerare tutti gli intoppi del segmento Campello-Spoleto, che sembrerebbero essere finalmente in via di definizione.

La drammaticità di quanto accaduto in Puglia in questi giorni ripropone la pericolosità e l’inadeguatezza delle linee ferroviarie a binario unico e accende ancor più i riflettori sul bisogno che il territorio umbro ha di essere agganciato all’alta velocità. Però, argomento già affrontato in queste colonne, RFI continua a preferire collegamenti su gomma in partenza da Perugia per raggiungere l’alta velocità a Firenze. Sorvoliamo poi, è proprio il caso di dirlo, su un aeroporto disancorato completamente dalla linea ferroviaria e dal futuro incerto e difficilmente roseo. Incongruenze e miopie che la nuova “Val di Chienti” potrebbe in parte nascondere, ma che nello stesso tempo può solo rattoppare. Staremo quindi a vedere se successivamente all’inaugurazione i folignati diventeranno davvero esperti di ittiologia o continueranno a preferire i profumi dell’oro nero.

ENRICO PRESILLA

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