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Foligno Calcio: storia di un crack annunciato

Da alcuni anni si rincorrevano voci e indiscrezioni sullo stato patrimoniale di via Rutili

foligno calcioAlla fine la buriana è arrivata anche sotto il Torrino, con la sentenza di fallimento per il Foligno Calcio del 4 marzo scorso. Nessuno ha strabuzzato gli occhi: i rumors si erano fatti sempre più robusti ed insistenti e, se tuona, è logico che poi da qualche parte finisca con il piovere. Se piove su Foligno e sul Foligno Calcio, però, non è che da altre parti se la passino certamente meglio: i fatti contestati, lì, sono addirittura penali. Le ultime inchieste, infatti, stanno portando a galla un malcostume diffuso che sta facendo tremare l’intero calcio umbro e che vede coinvolte categorie, quali Eccellenza regionale e Promozione, non certamente di grande appeal. Se allarghiamo ancor più lo spettro di questa indagine, ci accorgiamo che le procure di mezza Italia hanno incominciato a mettere sotto la lente d’ingrandimento lo sport più popolare di questo Paese: il calcio. Una casualità? Non crediamo. A Parma(ma altre inchieste sembrerebbero bollire in pentola), ad esempio, i pm ipotizzano distrazioni di fondi, false fatturazioni, evasione fiscale, reati penali di gravità inaudita: lo spaccato che ci si sta presentando davanti insomma, alla luce di veleni, spifferi e maldicenze propalatisi negli anni precedenti, rappresenta quindi qualcosa di ancor più inquietante di quanto ci si potesse attendere. Oltre a uomini e imprenditori di dubbio profilo, in questo specifico caso, ciò che lascia ancor più a desiderare è questo sistema “borderline”, che concede a fiscalisti e tributaristi di scivolare fra lecito ed illecito. Il confine in questi casi, come si sa, è molto labile.
Ma torniamo all’attualità, all’amato Foligno Calcio che tante soddisfazioni è stato in grado di regalare a questa piazza. Dalla promozione in serie D, conquistata con largo anticipo nell’aprile del 2003 grazie al poker sul Pantalla, alla memorabile salvezza di Terni del 2011 firmata sul filo della sirena dal centravanti La Mantia, prima del declino e dell’oblio in cui è scivolato nelle ultime stagioni. Un condensato, un’altalena di emozioni, fra paradiso ed inferno calcistico, che ha fatto sobbalzare una moltitudine di affezionati sostenitori avvicinatisi progressivamente alle sorti di questa società. Negli ultimi anni le difficoltà erano però cominciate a farsi consistenti: correva il 25 febbraio 2010 quando nella sede di via Rutili giunse la notizia dell’avvenuta condanna sportiva a seguito del deferimento per la società e per il suo rappresentante legale per “non avere consentito il regolare svolgimento dell’attività ispettiva agli ispettori della Co.Vi.So.C. finalizzata al controllo del rispetto del principio di corretta gestione e dell’equilibrio economico finanziario”. Così recitava il dispositivo diramato dalla sede della FIGC di via Allegri, a seguito all’ispezione del 17/09/2009. Procedimento conclusosi con l’applicazione dell’inibizione di un mese per il presidente Maurizio Zampetti (nella foto) e dell’ammenda di € 5.000,00 a carico del Foligno Calcio Srl. Insomma, chissà, forse qualche problema di “salute” cominciava ad appalesarsi già allora, se è vero che anche nei mesi successivi, qui dalle colonne della Gazzetta (aprile 2010) ci affannavamo a sostenere quanto fosse difficile per qualsiasi squadra sopravvivere per più di qualche anno in questa serie professionistica, la Lega Pro, “fatta di tante spese, molti debiti e pochi ricavi” e pertanto “un pessimo prodotto”.

Tra passato e futuro del calcio folignate
Se agli organi inquirenti spettano tutti gli accertamenti del caso, a chi scrive non può che rimanere un giudizio sportivo di questa avventura, conclusasi con un fallimento ai più apparso inevitabile (se si pensa che la sola Equitalia vantasse crediti per quasi 3 milioni di euro). Quella che viene consegnata agli annali resta pur sempre la parentesi più gloriosa della storia del calcio di questa città. Sotto questo profilo, non esiste beneficio del dubbio. Quindi, nonostante l’euforia di una frangia di tifosi all’indomani del crack, apparso come la conclusione di un’agonia senza fine, riteniamo, sportivamente parlando, che tornare a raggiungere determinati risultati come gli spareggi per la serie B, pur augurandocelo con il cuore, non sarà per nulla facile, specie se la Lega Pro andrà incontro ad un ulteriore e corretto dimagrimento (si parla di 36 compagini in tutto suddivise in due gironi). L’auspicio e la speranza che nutriamo, invece, è che chi prenderà le redini di questa società abbia la correttezza e la franchezza di programmare con ambizione, ma senza illudere una piazza che di bocconi amari e di delusioni, nel corso dell’ultimo lustro, ne ha dovuti trangugiare tanti.

ALESSANDRO BUFFI PROIETTI

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