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Il calo della presenza alla Messa? A conti fatti ci rimettono un po’ tutti!!!

Nel centro Italia la partecipazione alla S. Messa domenicale negli ultimi 5 anni è diminuita di circa il 40%. Questa volta a contare le ostie e le panche libere in Chiesa non sono i parroci o i sacrestani, né l’Istat o qualche agenzia incaricata dalla Cei, né l’ufficio liturgico, ma un fundraiser, un “raccoglitore di fondi”, una delle professioni più richieste nel mondo del no-profit contemporaneo. Secondo alcuni il fund raising è nato storicamente in Europa in ambito ecclesiastico: i sacerdoti e la Chiesa stessa sono stati i primi fundraiser, cioè coloro che raccolgono fondi per una precisa causa con scopi sociali. I più recenti approcci affermano che il fund raising, più che essere legato semplicemente alla cultura della carità o a quella filantropica e del mecenatismo, fonda il suo significato nel fenomeno della responsabilità sociale diffusa che spinge i soggetti sociali e collettivi ad effettuare investimenti di risorse per il raggiungimento di comuni benefici sociali. Per “fundraising”, quindi, si può intendere “l’insieme delle teorie e delle tecniche necessarie a garantire la sostenibilità di una causa sociale e dell’organizzazione che la persegue e di promuoverne lo sviluppo costante nel tempo verso una molteplicità di interlocutori pubblici e privati”. Non lo sapevamo, ma da decenni le porte delle parrocchie sono state studiate, seguiti i flussi e utilizzate per raccogliere fondi no-profit. Pensiamo a tutte quelle domeniche in cui abbiamo trovato alla porta piantine, calendari, giornalini, riviste, libretti, uova, panettoni che sembravano solo espressione di una spontanea beneficenza; oppure facciamo mente locale a tutte quelle cassettine presentate in fondo alla chiesa nei funerali per contributi a quella o all’altra associazione, nonché le giornate di raccolta: è tutto analizzato, studiato, pensato e calcolato. In Italia la S. Messa domenicale, le Solennità e le esequie sono ancora uno dei luoghi di maggior concentrazione e aggregazione sociale costante e duratura nel tempo. Questa l’ha resa e la rende ancora una “miniera d’oro”, ma in calo del 40% non solo del profitto delle raccolte, ma soprattutto dei fedeli! Sebbene con un po’ di apprensione e timore, di certo i fundraiser non stanno smettendo i contare alle porte delle chiese, ma da tempo cominciano a guardarsi altrove e cercare altri “filoni d’oro” per le loro nobili cause. Scrutano verso nuovi templi ad alta frequenza e concentrazione come i centri commerciali, i luoghi del tempo libero e soprattutto la televisione (si pensi a tutte le raccolte con i cellulari) e, in maniera sempre più massiccia, mirano verso internet dove la densità di popolazione è altissima e le offerte on-line sono in crescita esponenziale! Al di là delle statistiche, è evidente che si registri un calo di presenze alle liturgie domenicali e festive, e ci sorprende che questo preoccupi e allarmi anche gli addetti ai lavori delle associazioni laiche no-profit che sono “legate” alle liturgie ecclesiali più di quanto immaginassimo! Comunque, non so se conta che ci contino, ma di certo ci esorta a fare due conti!

GIOVANNI ZAMPA

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