ok-madonna-palazzo-comunale-fig-05-copia

L’edicola sacra del Palazzo Comunale di Foligno: l’affresco ritrovato

All’interno del Palazzo Comunale della nostra città, dopo aver percorso due rampe dello scalone di ingresso, si può osservare un’ampia finestra posta sulla parete occidentale dell’edificio, nella quale sono presenti delle interessanti decok-madonna-palazzo-comunale-fig-01orazioni a fresco. Al centro dell’intradosso, entro un ovale, compare una colomba, simbolo dello Spirito Santo, mentre ai lati sono dipinte le immagini dei protettori di Foligno, San Feliciano e il Beato Pietro Crisci (fig. 1-3). Queste pittureok-madonna-palazzo-comunale-fig-02, stando ad un’antica tradizione, avrebbero fatto parte di una più ampia composizione comprendente, nella luce della finestra in origine tamponata, la Madonna Annunziata, andata distrutta dopo l’apertura della finestra stessa. Tale tradizione si b
asa forse sull’imprecisa interpretazione di un documento, datato 1479, riguardante la commissione al pittore Ugolino di Gisberto di un affresco raffigurante appunto la
Madonna Annunziata insieme all’Angelo Annunziante con ai lati San Felicia
no
e il Beato Pietro Crisci.

In realtà ho potuto dimostrare che l’affresco una volta posto al centro dell’edicola, poi
trasformata in finestra, non rappresentava l’
Annunziata, perché non è affatto andato perduto: è infatti conservato nei depositi di Palazzo Trinci e raffigura la Madonna in trono col Bambino (fig. 4).

I documenti dell’Archivio di Stato di Foligno mi hanno anche permesso di stabilire con certezza quando questo affresco fu distaccato, con tecnica a strok-madonna-palazzo-comunale-fig-03appo: in una lettera inviata il 27 febbraio 1941 ad Angelo Messini, allora conservatore onorario di palazzo Trinci, il podestà di Foligno scrive: “Nella recente sistemazione della facciata del palazzo comunale al lato di Piazza Impero ho dovuto far eseguire un’apertura di finestra ove in corrispondenza della parete interna ho fatto distaccare un affresco rappresentante una Madonna con un Bambino. Ho deciso di destinarla nella Pinacoteca del Palazzo Trinci”. La risposta di Messini, del 1 marzo seguente, comunica che l’affresco, già pervenuto a destinazione, era stato collocato in un sala della ok-madonna-palazzo-comunale-fig-07ok-madonna-palazzo-comunale-fig-04pinacoteca. La parte centrale dell’affresco, raffigurante la Madonna col Bambino, venne coperta da intonaco dopo il 1909, perché Faloci Pulignani, nella sua guida di Foligno pubblicata in quell’anno, riporta che “in cima alla seconda scala vi è una immagine della Madonna con San Feliciano e il Beato Pietro, opera di buon pit
tore della fine del 500”.

La natura civica della nicchia realizzata nel Palazzo Comunale, evidente per la presenza dei due patroni della città, è rafforzata dalla raffigurazione dello stemma appartenente al magistrato di Foligno, qui congiunto ad un altro blasone che non compare negli stemmari delle famiglie nobili di Foligno, ma che sembra coincidere con quello, oggi perdu
to, un tempo presente sull’altare di San Michele Arcangelo nella chiesa folignate di San Domenico, nei
Ricordi del convento descritto come “testa di bue e sbarra sotto e tre spighe di grano” e ricondotto erroneamente al casato dei Floridi (fig. 5).

Puntuali rimandi stilistici e iconografici sono riscontrabili fra la pittura conservata nell’intradosso della finestra del Palazzo Comunale e un’analoga raffigurazione, anch’essa corredata di stemma cittadino, datata 1575, nel vicino Oratorio della Nunziatella di Foligno, anch’esso di proprietà del Comune (figg. 6-7); tali affinità rendono convincente l’attribuzione dei due dipinti al medesimo artista. In passato quindi è stata estesa alla pittura del Palazzo Comunale l’attribuzione al pittore Giovanni Antonio Pandolfi da Pesaro, tradizionalmente riferita all’affresco dell’Oratorio della Nunziatella, sulla base del contenuto di una lettera, trascritta da Adamo Rossi; in questa lettera il duca di Urbino Guidobaldo II della Rovere raccomandava ai Priori di Foligno di ricorrere a Giovanni Pandolfi per ultimare
la decorazione di una cappella che la comunità intendeva far dipingere e per la quale il pittore aveva già eseguito il disegno. Faloci Pulignani per primo identificò la cappella citata nella lettera con l’altare della Nunziatella recante la data 1575, seguito in questo da Gnoli. Tuttavia, come è stato messo in evidenza da Giovanna Sapori, l’attribuzione del dipinto della Nunziatella a Giovanni Antonio Pandolfi lascia fortemente perplessi, in quanto le fonti documentarie attestano che tra il 1573 e il 1576 il pittore pesarese era impegnato nella decorazione della sacrestia del Duomo di Perugia, che presenta aspetti st

ilistici inconciliabili con il dipinto di Foligno
ok-madonna-palazzo-comunale-fig-05 ok-madonna-palazzo-comunale-fig-06
: tanto corpulente ed energiche appaiono le figure eseguite a Perugia, immerse in scenari brulicanti di dettagli decorativi, quanto scarni, statici e bidimensionali si presentano i personaggi dipinti a Foligno. La studi
osa propone quindi una nuova attribuzione avanzando il nome di Ercole Ramazzani da Arcevia (1535 circa-1598). Il riferimento ad Ercole per l’affresco della Nunziatella, condiviso da Elvio Lunghi, appare a mio giudizio convincente, pertanto estensibile alla decorazione della nicchia del Palazzo Comunale di Foligno e quindi all’affresco strappato raffigurante la Madonna col Bambino.

La decorazione della nicchia del Palazzo Comunale si rivela stilisticamente vicina ad alcune opere eseguite dall’artista arceviese negli anni ‘60 del XVI secolo, come la tela firmata e datata 1564 raffigurante San Martino in maestà a Castellone di Suasa, nella quale, oltre alla sostanziale rigidezza della figura principale, si ritrova anche il dettaglio del drappo che copre solo in parte il paesaggio retrostante il trono. L’opera folignate fu però probabilmente eseguita fra gli anni ‘70 e gli anni ‘80 del Cinquecento, anche sulla base della data che compare nell’altare dell’Oratorio della Nunziatella; un possibile riferimento cronologico è il 1579, anno che si legge in un altro affresco conservato all’interno del Palazzo Comunale, in una lunetta del mezzanino, la cosiddetta Madonna del velo, opera purtroppo pesantemente ridipinta e quindi di assai difficile lettura.

EMANUELA CECCONELLI

0 shares

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Skip to content