vuoto2

A proposito di vaccini e vaccinazioni. È suonato un campanello d’allarme

L’argomento vaccinazioni è divenuto da poco di grande attualità sui media nazionali ma già da tempo gli addetti ai lavori rilevavano dubbi e resistenze da alcuni giovani genitori. Anche io ho registrato richieste di consigli da parte di giovani amici divenuti da poco genitori. Sentirmi dire da giovani dotati di un grado di istruzione superiore che i loro dubbi provenivano da una consultazione su Internet mi ha fatto cadere in un grande sconforto personale e professionale. Personale poiché da bambino ho visto agire (e lasciare segni indelebili su alcuni miei coetanei) una delle ultime grandi malattie infettive epocali: la poliomielite. Da medico in quanto nel corso della mia carriera ho potuto vedere uscire di scena gravi malattie infettive vinte grazie alla ricerca scientifica. Basti pensare alla eradicazione mondiale del vaiolo, per secoli vero flagello dell’umanità! Ma perché dunque questa strisciante resistenza alla pratica vaccinale? Il Direttore dell’Istituto Superiore di Sanità ha affermato a tal proposito che i vaccini sono vittime del loro successo. Nel senso che i giovani genitori non riescono ad elaborare, certamente per ragioni di scarsa informazione, il motivo per cui ci si debba difendere da un nemico che non si è mai visto assumendo invece il rischio, seppur minimo, che ogni procedura medica, come una vaccinazione, porta con sé. In questo contesto diventa sempre più difficile spiegare ai giovani genitori che il rischio statistico di contrarre una encefalite morbillosa da virus “selvaggio” è migliaia di volte superiore a quello che comporta il virus attenuato del vaccino. La Senatrice Elena Cattaneo, scienziata di fama mondiale, su “La Repubblica” del 22 aprile scorso in un articolo intitolato “Marciare per la scienza contro paure e false speranze” ha scritto: “Sarebbe opportuno che le istituzioni chiarissero quanta volontà vi sia nel riconoscere la ricerca e l’istruzione come i contesti principali nei quali investire strutturalmente poiché si sviluppino tra i cittadini competenze in grado di creare un capitale cognitivo che sia un valore aggiunto a beneficio di tutti”. Iniziamo dunque a porci come collettività ad ogni livello la domanda se il nostro Paese creda o no nella Scienza e quale progetto abbia per introdurre i basamenti del ragionamento scientifico nel tessuto della società e nella formazione dei giovani in primis. Atteso che nelle moderne famiglie si è persa la memoria della gravità delle malattie infettive e che gli stessi attuali “nonni” non hanno in gran parte mai visto un morbilloso né tanto meno una sua complicanza, si deve aggiungere, come aggravante, che si è anche rotta la sinergia “culturale” tra le famiglie e le Agenzie educative nel loro complesso. Non esiste “autorità” alla quale si dia fiducia perché legittimata da percorsi formativi (e quindi scientifici) garantiti dalla Stato. Tutto ciò fa venir meno un patrimonio culturale immenso con esiti a volte irreversibili in tutti i campi del convivere, creando vere e proprie schizofrenie culturali. Basta pensare infatti che tutti noi usufruiamo quotidianamente delle scoperte ed applicazioni della Scienza e lo affermiamo salendo su un aereo, guidando un’automobile, sottoponendoci ad una anestesia e così via, che non sono atti a rischio zero. Si usa correntemente nel linguaggio dell’informazione di massa il concetto che per talune procedure, tra le quali quelle che ho citato, il rischio è statisticamente “quasi” zero, se comparato ai grandissimi numeri degli aerei che volano, delle auto che circolano, delle anestesie che si effettuano… Ma per i vaccini molti non accettano nemmeno quel “quasi”, comparato con la certezza che la malattia invece presenta percentuali estremamente superiori. E qui scatta una zona d’ombra informativa che si alimenta nella cosiddetta “rete” dove si può trovare di tutto. Dalle cure delle leucemie con le erbe alle presunte nefandezze che procurerebbero i vaccini e che verrebbero occultate dalle multinazionali. Scienza o oscurantismo? Scienza o limbo agnostico di un individualismo senza costrutto?

Intanto da inizio anno i casi di morbillo, tanto per parlare solo di questa malattia che molti pseudo-scienziati considerano banale, hanno superato i 1.300. Di questi 3 su 10 hanno presentato complicanze spesso con bisogno di ricovero. L’88% dei soggetti non era stato vaccinato. Il 34% ha avuto complicazioni serie. Lo 0,1 % ha presentato encefalite e uno 0,3% convulsioni. Numeri freddi (fonte Bollettino Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità) ma dietro i quali ci sono persone, bambini che, se vaccinati, si sarebbero potuti risparmiare questa gratuita pericolosa esperienza che ad alcuni lascerà anche segni negativi permanenti. Il virus selvaggio è tornato a circolare non essendo circoscritto dalla immunità della maggioranza dei soggetti e colpirà bambini, giovani adulti non vaccinati, immunodepressi per chemioterapia in atto… con aumento della malattia in forma grave e con complicanze anche mortali. È suonato il campanello d’allarme ed è ora di cambiare velocemente rotta.

DENIO D’INGECCO

0 shares

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Skip to content