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Foligno saluta un pezzo di storia: Ariodante Picuti “uomo e cristiano esemplare”

Chiesa gremita, tantissime le autorità presenti. Mons. Bertini: “Un punto di riferimento per la città, ha vissuto con grande intensità ogni stagione della sua vita”.

Celebrati il 12 ottobre a Foligno presso la pro-cattedrale Sant’Agostino i funerali dell’avvocato Ariodante Picuti. Presenti per lui moltissime istituzioni umbre: l’ex presidente della giunta regionale Rita Lorenzetti, gli ex sindaci di Foligno Salari e Marini, quello attuale, Mismetti, la presidente del Consiglio regionale Donatella Porzi, l’assessore alla Sanità Luca Barberini e vari esponenti della Dc, tra cui Pino Sbrenna. Hanno dato l’addio al proprio presidente anche i Falchetti del Foligno Calcio, raccogliendosi dopo anni intorno alla bara. A fare da cornice alla cerimonia funebre anche i cavalieri e le dame della Quintana, pronti a salutare Ariodante come in una vera sfilata. Uomo politico e delle istituzioni, giovanissimo attivista delle Acli e della Democrazia Cristiana, apprezzatissimo sindaco della natia Nocera Umbra, indiscusso principe del Foro, appassionato presidente del Foligno Calcio, Consigliere Provinciale prima e poi Consigliere Regionale e vicepresidente del Consiglio R

egionale. Queste e molte altre cose era l’avvocato Ariodante Picuti, su tutte un uomo e un cristiano che “ha vissuto esemplarmente la sua vita, assolvendo con profondo senso di responsabilità ai suoi molteplici doveri”: con queste parole mons. Giuseppe Bertini ha introdotto, nel corso della celebrazione eucaristica, la figura di Ariodante ad una navata gremita di centinaia di persone fra parenti, amici e istituzioni cittadine e regionali – l’attuale presidente dell’Ente Giostra della Quintana Domenico Metelli ha affrettato il rientro da New York per l’ultimo saluto al presidente storico, al quale dobbiamo la Quintana viva e frenetica che conosciamo oggi -. “Per il futuro di ogni persona – ha messo in evidenza mons. Bertini nell’omelia – è fondamentale la radice familiare e la prima educazione. Sotto questo profilo è da rilevare il ruolo che per lui hanno svolto, come scuola di vita, la famiglia e poi le associazioni cattoliche. Egli conservò un ottimo ricordo dei sacerdoti, degli animatori e delle attività svolte”. Particolare enfasi dunque sulla giovinezza, sugli insegnamenti che hanno fatto di Ariodante quello che Aurelio Pugliese dell’Ordine degli avvocati di Perugia ha definito “un esempio di abnegazione e dedizione al proprio lavoro, un paladino della giustizia tutt’uno fra uomo e toga”. Anche l’Ordine degli avvocati di Spoleto ha voluto ricordare un’autorità che “ha avuto profondamente a cuore la propria comunità, servendola con grande umanità”. Ancora mons. Bertini ha sottolineato che “la famiglia e gli ambienti frequentati fin dalla giovinezza lo hanno spinto a un crescente impegno in vari campi, aiutandolo a coltivare un forte interesse culturale e religioso. Fu naturale – sottolinea – che quell’ambiente favorisse il formarsi in lui di una sensibilità viva per la politica di ispirazione cristiana”. Immersi in quella che egli definisce una “grave crisi educativa che affonda le sue radici nella crisi della famiglia e della scuola”, viene da chiedersi se in futuro sarà effettivamente possibile consegnare al mondo personalità della stessa caratura morale e sociale di Ariodante. “Per lui – conclude Bertini – l’esercizio dell’autorità consisteva nel servizio al bene comune, fondato su giustizia, verità e solidarietà”. I funerali sono terminati con la lettura di un’affettuosa lettera d’addio da parte del nipote, Giacomo Picuti, che con le sue parole ha voluto lanciare alla famiglia e agli amici un messaggio forte: “La morte non è un limite per l’amore”.

VITTORIO BITTI

 

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