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La burocrazia lascia un vuoto al posto della Scuola media Carducci

Nel 1966 la scuola media di Casenove fu chiusa definitivamente, nonostante le proteste delle nostre famiglie montanare, già per questo prese poco in considerazione. Eravamo troppo pochi alunni. Per continuare il cammino degli studi scendemmo a valle. Nella mia classe io ero l’unica bambina, i pochi altri tutti maschi; finii nella piccola classe III G, costituita di soli tredici elementi, compresa me, tutti di sesso femminile; gli altri cinque o sei miei compagni di avventura furono dislocati in altre classi, ma tutti alla scuola media “Carducci”, che allora mi apparve grande e maestosa. A distanza di tanti anni, proprio io, insieme ai dirigenti del Comune competenti, sono andata ad incontrare la Soprintendente per perorare la causa di poter abbattere l’edificio che tante generazioni aveva svisto sbocciare fra le sue mura. Ma il sacrificio serviva a ricostruire più in fretta e in modo più funzionale. La promessa della Protezione Civile, con i cui fondi si doveva realizzare la nuova scuola, era che a settembre 2017 ci sarebbe già stata la nuova sede; io me lo sono augurato, ma non ci ho mai creduto. Non per sfiducia nella Protezione Civile, ma perché ormai conosco bene i meccanismi paralizzanti di una burocrazia asfissiante, macchinosa, talora autoreferenziale. La demolizione dell’edificio si è svolta regolarmente, con tanto di pubblico che guardava e dava libero corso a memorie e nostalgie. Poi è rimasto solo il vuoto. Che cosa è andato storto, che cosa ha richiesto così tanto tempo? La formulazione del bando di appalto dei lavori, la sua complessità? Il dato di fatto è che questo nuovo anno scolastico 2017-2018 vede le classi della “Carducci” così dislocate: 5 alla Scuola Media “Piermarini”, 4 all’Istituto Tecnico “Da Vinci”, 5 al Liceo “Frezzi”, 6 in Caserma (tutte le prime). Gli uffici di Presidenza e di Segreteria sono ubicati presso il Palazzo Barnabò, in piazza XX Settembre. La notizia positiva, in tanta stasi, è che è stato finalmente fatto l’affidamento all’unica ditta che ha risposto al bando e che si è aggiudicata l’incarico; è in corso la verifica dei requisiti dichiarati, come prevede la prassi. Si inizieranno i lavori presumibilmente il mese di febbraio. E poi?  Rimane la promessa della Protezione Civile che i lavori dovrebbero essere eseguiti in cento giorni. Speriamo che sia veramente così. E allora a settembre 2018 ci sarà veramente una scuola sicura e funzionale, che potrà disporre di arredi all’avanguardia, grazie anche a donazioni consistenti che sono state nel frattempo devolute alla scuola. Si può pensare che sia più lungo e faticoso smuovere carte che innalzare edifici? Nel nostro Paese, purtroppo, è ancora così. Tutte queste pastoie burocratiche servono poi effettivamente a tutelare onestà e trasparenza? Voglio sperare di sì. In tutto ciò sento comunque il desiderio e il dovere di ringraziare tutti coloro che hanno accolto nelle loro sedi i piccoli studenti della “Carducci” con i loro insegnanti, facendoli sentire a casa loro. Un grazie particolare al generale Covelli e al Generale Servi, comandanti della Caserma “Gonzaga” che hanno adottato come mascotte proprio i piccoli delle classi prime.

RITA BARBETTI

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