ok - Articolo convegno pastorale sociale e del lavoro

“Il lavoro che vogliamo coincide col mondo che vogliamo”

Grande partecipazione e interesse per l’annuale convegno organizzato dall’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro.

L’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro ci fa riflettere ogni anno su una tematica complessa quale è quella del lavoro. Venerdì scorso all’interno dell’azienda Lechler spa a Sant’Eraclio si è parlato del “lavoro che vogliamo”. Moderata dal nostro direttore Enrico Presilla, la tavola rotonda ha presentato importanti imprenditori e figure istituzionali del territorio.
Don Luigi Filippucci ha aperto il dibattito, solleticando la popolazione su un tema tanto discusso quale quello del lavoro. “L’art. 1 della Costituzione sancisce che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, da qui deve partire la nostra riflessione – sottolinea monsignor Filippucci – e l’art 46 aggiunge che ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende”. Quindi il sindaco Mismetti ha ringraziato la commissione per gli affari sociali che con dedizione si occupa del territorio e la Lechler da 40 anni a Foligno. Elisabetta Tondini, economista di Agenzia Umbria Ricerche (AUR & S), ha fornito un quadro degli occupati in Umbria dipendenti e non e dei cambiamenti rilevanti avvenuti nel mercato del lavoro. Aram Manoukian, presidente e amministratore delegato di Lechler spa, azienda di riferimento nel panorama internazionale dei prodotti di verniciatura per il settore Automotive, ringraziando il territorio per l’accoglienza ricevuta fin dall’arrivo quarant’anni fa, ha sottolineato come la sua impresa rispetti particolarmente l’ambiente in cui opera producendo esclusivamente prodotti all’acqua. Il “padrone di casa” Aram Manoukian ha analizzato alcuni punti chiave ponendo l’attenzione sul lavoro che vogliamo che coincide con il mondo che vogliamo cioè più unito, più trasparente e con più fiducia. Sulle parole imprenditoria che implica responsabilità verso gli altri, partecipazione cioè coinvolgimento, collaborazione, saper lavorare insieme, essere tolleranti verso gli altri e consapevoli dei propri limiti ed infine territorio che si traduce in realismo fissando cioè gli obiettivi nel nostro territorio senza allargarsi troppo. Altro aspetto sottolineato con forza è la sostenibilità cioè l’abilità, la capacità di mantenere una situazione. La parola, spesso usata per l’ambiente, in realtà bisogna attuarla a livello sociale per far trovare a chi verrà dopo di noi un mondo migliore ponendo in essere comportamenti responsabili e collaborativi. La Lechler nata nel 1858 in Germania ed acquistata nel 1910 da un suo bisnonno, diventa italiana e da ben quattro generazioni opera nel nostro Paese. Con il dott. Manoukian l’azienda ha avuto un forte impulso all’internazionalizzazione, che significa non solo vendere all’estero ma avere una mente aperta per soddisfare dei bisogni e stabilire rapporti duraturi facendo crescere non solo l’azienda ma anche i territori in cui si è presenti. Ha inoltre puntato sull’innovazione, elemento necessario in un settore in cui le normative sono sempre più stringenti, e soprattutto nelle persone. Per far crescere una società occorre alleare le menti per costruire rapporti di conoscenza reciproca. La presidente della Regione Marini ha sottolineato come la crisi e i cambiamenti abbiano modificato il mondo del lavoro, le sue prospettive e soprattutto il modo di fare impresa. La sfida da raccogliere è quella di mettere tutte le imprese in condizione di raggiungere i propri obiettivi in Italia e non solo. È necessario rendere sempre più formativa l’alternanza scuola-lavoro per dare la possibilità ai giovani di arrivare preparati al mondo del lavoro. Della stessa opinione è stato il presidente dell’Unioncamere dott. Mencaroni, mentre il presidente di Confindustria territoriale Paolo Bazzica ha sottolineato la formazione del personale ed il suo coinvolgimento nell’azienda. Ha chiuso il Vescovo della diocesi di Orvieto e Todi monsignor Benedetto Tuzia sottolineando come il lavoro si è ridotto a prodotto; il lavoro va oltre allo strumento per sostenersi, è il cemento più grande di una enorme cooperazione, è il modo più concreto per far fiorire i talenti ed è ciò che lega ad una reciprocità. Arriva cioè un reddito poiché c’è stato uno scambio. E ancora la memoria di Aldo Moro nel giorno che ricorda i 40 anni dal suo rapimento, da lui conosciuto quando era giovane sacerdote a Roma. “Quest’uomo era sempre in ascolto dei giovani per poter operare per il loro bene. Oggi siamo in ascolto dei giovani e delle loro esigenze lavorative? Perché i giovani e il lavoro sono un bene comune, appartengono a tutti”.

PAOLA POMPEI

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