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La festa del lavoro che non c’è

Un primo maggio sempre più amaro per umbri e folignati che vedono il lavoro come un miraggio: cala quello dipendente e ne peggiora la qualità. A marzo 2019 si impennano le richieste di cassa integrazione e le domande di disoccupazione. Risultato: in Umbria vola l’indice di povertà relativa, che arriva al 17,6% rispetto al 10,5% del centro Italia e al 15,6% del dato nazionale. I numeri, impietosi, provengono da una fonte autorevole: l’IRES (Istituto Ricerche Economiche e Sociali) della CGIL dell’Umbria. Alla Gazzetta di Foligno il suo presidente, Mario Bravi, traccia un quadro a tinte fosche per il nostro territorio.

In Umbria secondo l’ISTAT dal 2008 ad oggi il tasso di occupazione è sceso del 2,3%. “I dati odierni – aggiunge Bravi – ci dicono che la tendenza peggiorerà nel 2019”. Secondo l’osservatorio IRES infatti le domande di disoccupazione (NASPI) solo nei mesi di gennaio/febbraio 2019 sono state 4.715 (con un aumento annuale di circa il 10%). Inoltre il rapporto INPS sull’andamento della Cassa Integrazione chiarisce che per il mese di marzo 2019 in Umbria il ricorso alla CIG è stato pari a 653.497 ore contro le 588.869 del marzo 2018 con un aumento del 10,9%. Complessivamente nei primi tre mesi del 2019 si passa da 1.357.220 ore del 2018 a 1.396.296 ore con un aumento del 2,8%. “Tutti dati – spiega Bravi – che ci dicono che la “crisi” non solo non è finita ma si va addirittura inasprendo. In Umbria rimangono comunque indici migliori della media nazionale su altri versanti: qui la grave deprivazione materiale tocca il 6,7% mentre in Centro Italia è del 7,9% e complessivamente in tutto il Paese arriva al 10,1%: una situazione di relativa tenuta, migliore della media nazionale”. E a Foligno? “Se c’è grosso modo una tenuta nella città capoluogo, nei comuni dell’immediato hinterland – spiega Bravi – la crisi picchia duramente. Tra le luci va sicuramente annoverato il settore dell’aeronautica, ma purtroppo nei mesi scorsi abbiamo assistito al trasferimento da Foligno a Roma di un’azienda come la EBM del gruppo Althea, un’eccellenza nel campo biomedico, con la conseguente perdita nella nostra città di 60 posti di lavoro”.

Foligno con altri cinque comuni (Valtopina, Spello, Montefalco, Trevi e Bevagna) costituisce uno dei 14 sistemi locali del lavoro dell’Umbria. I dati più recenti dicono che, in questo territorio che conta 83.167 abitanti, gli occupati sono 33 mila e i disoccupati 3.700, con un tasso di disoccupazione pari al 10,5%. “Abbiamo di fronte a noi – conclude Bravi – una situazione più che preoccupante che si accentua se teniamo conto che l’80% dell’occupazione creatasi negli ultimi anni è caratterizzata da lavoro povero e precario. Questo richiede di ragionare su un patto per il lavoro e lo sviluppo, che coinvolga sindacati, istituzioni e mondo dell’impresa. Su questo siamo impegnati a lavorare!”.

FEDERICA MENGHINELLA

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