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Le fiere al centro tra proclami e immobilismo

Dopo oltre 20 anni di promesse, annunci e polemiche sembra che finalmente ci sia la volontà politica di riportare le fiere entro le mura urbiche. Fino al 1997 i tradizionali mercati locali si sono svolti all’interno del centro storico, ad eccezione del commercio di bestiame che era tenuto nei pressi di San Magno, al Foro Boario.

Dopo il sisma le fiere sono state portate in zona Santo Pietro; una scelta, inizialmente obbligata, ma che, con il passare degli anni e il venir meno dell’emergenza, non sembra avere più alcuna giustificazione. L’Amministrazione Comunale dopo l’ultimazione dei lavori di ricostruzione si è trincerata dietro non meglio precisati “motivi di sicurezza”, ma forse è stata soltanto incapacità organizzativa o, peggio, carenza di progettualità. Quante piazze possono ospitare a Foligno simili mercati?

Fin dal 2004 (sindacatura Marini), è stato insistentemente chiesto il “ritorno alle origini”; nella seduta del 30 dicembre 2009, il Consiglio Comunale ha deliberato di “porre in essere tutte le iniziative di carattere tecnico ed operativo per riportare le fiere di Santo Manno e San Feliciano all’interno del centro storico”. Sembrava, però, che dalle parole non si volesse passare ai fatti.

Soltanto nel 2011 è stata adottata quella che la maggioranza di centro sinistra ha definito “una decisione di grande rilevanza: 44 banchi motorizzati, degli oltre 250, sono stati allestiti in alcune piazze, mentre l’evento, nella sua interezza, ha continuato a svolgersi nello spazio di Santo Pietro. Insomma un timido e piccolo esperimento, non supportato da una reale volontà politica e, forse, proprio per questo “mal riuscito”, tanto che non è stato più ripetuto negli anni successivi.

La fiera è un evento attrattivo per l’intero territorio; è tradizione, cultura, commercio, divertimento, luogo di incontro di cittadini e operatori economici. La Fiera di San Magno, o di “Santo Manno”, che si svolge ogni anno a settembre, risale al XVI Secolo e si collegava ad un’altra manifestazione simile, molto più antica, che si svolgeva in località Madonna della Fiamenga; la decisione di tenerla il 14 settembre, risale al 1572. Per l’occasione, fino a pochi decenni fa, si radunavano in città tutte le popolazioni della montagna e delle campagne circostanti, entrando, l’evento, persino nel calendario dei commercianti di tutta Italia. Più recente la “fiera di San Feliciano”, che risale al XIX secolo e venne istituita a seguito della soppressione della Fiera dei Soprastanti, avvenuta nel 1816.

Si auspica che agli odierni annunci segua realmente un cambio di rotta, anche per quanto riguarda il mercato settimanale. È vero, ci sono molti problemi da affrontare e risolvere e “grandi opere” da realizzare, ma è ormai tempo di ripensare al ruolo di Foligno, anche in ambito regionale; un ruolo che non deve essere soltanto simbolico ma, al contrario, paradigmatico di un’identità che, partendo da una memoria storica condivisa e non imbalsamata, riesca a trasformare le risorse locale, il capitale territoriale, le eccellenze, le tradizioni, in occasioni di sviluppo. E anche una “piccola cosa”, come riportare le fiere nelle piazze del centro, può assumere un grande significato.

STEFANIA FILIPPONI

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