economy_francesco-1024x426

Verso Assisi 2020. San Francesco e la ricchezza

Questo è uno degli eventi anticipatori del prossimo incontro internazionale che si terrà nel mese di marzo 2020 ad Assisi dal titolo The economy of Francesco: I giovani un patto, il futuro. L’evento porterà ad Assisi giovani economisti da tutte le parti del mondo per avviare un processo di cambiamento globale affinché l’economia di oggi e di domani sia più giusta, inclusiva e sostenibile”. Così Ernesto Gullotti, presidente dell’Associazione Il Baiocco, ha introdotto la conferenza “Spunti per un’economia al servizio dell’uomo e del creato”, tenutasi nella sede dell’Unitre con la moderazione di Lucio Salari, in cui sono intervenuti padre Felice Autieri docente di Teologia e Storia del Francescanesimo e Maurizio Del Salvo direttore generale della BCC di Spello e Bettona.

Lucio Salari ha iniziato ponendo l’attenzione sulla globalizzazione che non governata e non regolata ha redistribuito in maniera iniqua la ricchezza tra le classi sociali.

Padre Felice Autieri ha sottolineato come per San Francesco e per i benedettini il lavoro sia stato un cardine importante. San Francesco figlio di un mercante conosceva i soldi e il valore che ad essi doveva essere dato; i benedettini con la loro regola avevano come obiettivo l’educazione al lavoro per maturare professionalità lavorative permettendo poi lo sfruttamento sereno e maturo del territorio. L’Umbria ha i suoi riferimenti in questi Santi che hanno definito anche la storia economica della regione.

Francesco e il francescanesimo, non si scagliano contro chi ha i soldi ma contro chi usa il denaro non correttamente e contro le sovrastrutture che impediscono la libertà di ritrovare la verità di se stessi. Francesco ha recuperato in Cristo se stesso. Va in piazza a Foligno perché nel centro della città c’è il palazzo del comune: vuole evangelizzare il luogo del potere in cui si svolgeva il mercato e si facevano accordi economici. Francesco si inserisce in questa città seguendo un filone assistenziale educativo in un contesto in cui i poveri erano le vittime della lebbra non gli indigenti. Nel 1494 Luca Pacioli scrive un testo riconosciuto dalla comunità scientifica, da cui emerge che il profitto investito, dopo aver remunerato il rischio d’impresa, crea benessere al servizio del bene comune creando un’economia circolare, come oggi dice Papa Francesco. Questa è una cultura francescana che mira a creare un’etica dell’investimento dove, se si perde di vista la dimensione dell’uomo, allora l’uomo diventa da soggetto a oggetto, cioè si mette l’uomo al centro. Quindi ricco è chi non ridistribuisce la ricchezza non chi produce profitto. Il Baiocco ha permesso con questo evento di rimettere nel giusto ordine i concetti di povero, di povertà e di ricchezza. Una provocazione per tutti potrebbe essere proprio l’analisi dell’uso che facciamo del denaro a prescindere dal ruolo economico e sociale che occupiamo. È più utile un flash mob in piazza della Repubblica per sensibilizzare la popolazione al tema della povertà o un incontro chiarificatore come quello a cui abbiamo partecipato il 18 ottobre?

PAOLA POMPEI

0 shares
Previous Post

DANCITY presenta RICHIE HAWTIN

Next Post

La Rosa dell’Umbria

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Skip to content