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Banche e territorio, è profondo rosso

Sportelli in chiusura, difficile accesso ai servizi bancari per interi quartieri, aumento del rischio per i risparmiatori, lotte intestine alle banche di credito cooperativo e aggressioni fisiche agli sportelli: a dialogo con Enrico Simonetti della Federazione Autonoma Bancari Italiani

Chiusura delle filiali, calo dei servizi bancari, aumento del rischi negli investimenti e violenza sui dipendenti negli sportelli della città: un dialogo a tutto tondo quello con il sindacalista folignate Enrico Simonetti, membro del Comitato direttivo centrale della FABI nazionale e rsa delle Casse di Risparmio dell’Umbria di Foligno, che ci ha parlato della situazione a livello locale e regionale.

Dottor Simonetti, qual è la situazione nella nostra città?

“Foligno subisce una condizione devastante. Nel solo 2021 in Umbria Intesa Sanpaolo ha chiuso 22 sportelli; in città da qui alla fine dell’anno ne chiuderanno tre, il 50%, escludendo Colfiorito, che è una “enclave” chiusa in sé. A Foligno resteranno la filiale principale di Corso Cavour, quella di viale Firenze e di Sant’Eraclio. Il prossimo 18 ottobre chiuderà la filiale di Vescia, accorpata a quella di viale Firenze ed entro il 13 dicembre chiuderanno anche le filiali di via Sportella Marini e via Palombaro, entrambe accorpate alla sede di Corso Cavour. Un cliente di Intesa Sanpaolo che viene da Nocera Umbra dovrà arrivare a Corso Cavour perché tutta la parte nord della città non ha più nessuno sportello; il Comune di Valtopina lo ha perso ormai da anni. Una delle filiali più comode e fruibili, quella di via del Palombaro, come detto chiuderà. La zona Vescia-Sportella Marini, con oltre 15.000 abitanti, non ha più una filiale bancaria. Queste chiusure sono state fortemente contrastate da noi sindacati; il sindaco Zuccarini unitamente alle altre organizzazioni sindacali ci ha ricevuto ma da quel giorno non ci sono stati più contatti che ci permettessero di capire eventuali evoluzioni. Dal nostro punto di vista non c’è stata alcuna evoluzione, perché il direttore regionale di Intesa Sanpaolo ci ha confermato pochi giorni fa la volontà della banca di procedere senza esitazioni su queste chiusure”

Eppure Foligno è stata una realtà florida anche per il settore bancario

“A questa situazione ci siamo arrivati con un declino lungo venti anni. Questa città aveva una Cassa di Risparmio che era davvero una banca locale; vedeva agire istituti come la Banca Popolare di Spoleto, con una visione addirittura interregionale; aveva una Cassa Rurale e artigiana che era davvero espressione di una comunità. Le banche che vi operavano lo facevano in un regime residuale rispetto alla Cassa di Risparmio di Foligno che aveva oltre il 70% del mercato della città. Oggi tutti questi nomi sono storia: la Cassa di Risparmio non esiste più, è Intesa Sanpaolo. Un colosso di dimensioni internazionali con oltre 100.000 dipendenti nel quale una realtà come Foligno ha un peso relativo”… (…)

di FEDERICA MENGHINELLA

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