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Quando la terra tremò

Sono passati 25 anni dal sisma del 1997 che costò la vita a 11 persone e distrusse 33mila edifici. A Foligno più di 3.700 quelli privati ricostruiti, per 667 milioni di euro di finanziamenti

È il 26 settembre 1997 e alle 2.33 della notte il sussulto cupo della terra sveglia le popolazioni di Umbria e Marche portando con sé distruzione e paura. Il terremoto di magnitudo 5,8 della scala Richter, originato dagli epicentri di Colfiorito e Cesi, è solo il primo episodio di un lungo sciame sismico. Quella notte perderanno la vita due anziani coniugi a Collecurti, frazione di Serravalle del Chienti, intrappolati sotto le macerie della propria casa. La scossa successiva, imprevista e ancora più forte, arriverà alle 11.42, con epicentro nelle frazioni di Colfiorito e Annifo: magnitudo 6.1, registreranno i sismografi. Con la seconda scossa perderanno la vita altre 9 persone, di cui 4 uccise dal crollo della Basilica di San Francesco di Assisi. Il bilancio definitivo conterà 48 Comuni colpiti, 11 morti, 115 feriti e 80mila sfollati. Nella sola Umbria furono 33mila gli edifici danneggiati.

LA SFIDA DELLA RICOSTRUZIONE

Dopo la distruzione, la ricostruzione. “L’imperativo – spiega oggi alla Gazzetta di Foligno Angelo Franceschetti, funzionario del Servizio ricostruzione post sisma della Regione Umbria – fu quello di dare priorità alle urgenze: prima le abitazioni con popolazione residente, poi le attività produttive e a seguire i beni culturali, differenziando l’attività e organizzando i Piani integrati di recupero”. Il principio ispiratore della ricostruzione del patrimonio pubblico e privato fu quello di “ricostruire così com’era e dov’era”. Per attivare e realizzare concretamente tale principio, la ricostruzione pubblica in molte località dei Comuni maggiormente danneggiati dal sisma, è stata organizzata attraverso Programmi integrati di recupero o P.I.R. L’attuazione dei singoli P.I.R. ha riguardato… (Continua...)

di FEDERICA MENGHINELLA

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