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A Foligno la comunità maronita, oltre 300 fedeli da tutta Italia

Nella Cattedrale di San Feliciano il reliquiario di San Marone

Domenica 24 gennaio 2016 Foligno ha celebrato il suo patrono San Feliciano insieme ad una presenza molto particolare: i suoi fratelli in Cristo del Libano. Davanti alla cattedrale, poco prima delle undici del mattino, il vescovo di Foligno S.E. mons. Gualtiero Sigismondi insieme a mons. Giuseppe Bertini ha accolto Sua Beatitudine Em.ma il cardinale Béchara Boutros Raï, Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente, accompagnato da Sua Em.za il Card. Leonardo Sandri, amico della Chiesa Patriarcale Maronita e Prefetto del dicastero vaticano per le Chiese Orientali, dal Vescovo mons. Francois Eid, Procuratore Patriarcale a Roma, da mons. Mounir Khairallah, vescovo di Batroun, dal corepiscopo mons. Tony Gebran, responsabile della Comunità Maronita, uno dei promotori di questo evento, nonché da un nutrito gruppo di sacerdoti e fedeli provenienti dal Libano e da tutta Italia. Oltre ai presuli libanesi, erano presenti alle celebrazioni in onore del Vescovo Martire mons. Giuseppe Chiaretti, arcivescovo emerito di Perugia e mons. Antonio Buoncristiani, arcivescovo di Siena. Con queste parole mons. Sigismondi ha dato il benvenuto al Patriarca Béchara Boutros Raï: “Beatitudine, a nome della Diocesi di Foligno Le do il benvenuto, confidandoLe che oggi sento dirette alla nostra città le parole che Isaia ha rivolto a Gerusalemme: “La gloria del Libano verrà a te” (Is 60,13). Lei, quale Patriarca di Antiochia dei Maroniti, vive in una terra che ha visto lo sviluppo del Cristianesimo: una terra di accoglienza e di convivenza che oggi è meta di una folla sterminata di profughi siriani, che costituiscono un quarto della popolazione complessiva”. Più volte, durante la Celebrazione Eucaristica, i due Cardinali presenti e il Vescovo Sigismondi hanno insieme invocato la pace per il Medio Oriente e invitato alla preghiera per la fratellanza tra i popoli. A Foligno, come già fatto in passato dal compianto vescovo mons. Arduino Bertoldo con il patriarca emerito Nasrallah Boutros Sfeir, il patriarca Raï ha ricevuto le reliquie del cranio di San Marun, custodite in cattedrale a Foligno da secoli. Il vescovo di Foligno ha disposto per l’occasione il trasferimento del cranio di S. Marun nel nuovo prezioso reliquiario e tre porzioni di reliquie ossee di San Marun sono state riposte in tre distinti reliquiari destinati uno al precedente reliquiario, uno alla Sede Patriarcale di Bkerké in Libano e uno alla Chiesa nazionale del Libano di San Marun in Roma. Vi è stata anche la collocazione del nuovo reliquiario di San Marun nella nicchia marmorea nel lato destro della navata della cattedrale. Il nuovo prezioso reliquiario in legno di cedro del Libano ricoperto in lamina d’oro è opera dello scultore spagnolo Marco Augusto Dueñas e rappresenta San Marun che tiene in mano la Chiesa Maronita di cui è Padre e Patrono, e dentro di essa si trova la reliquia. Sia i tre reliquiari, sia la nicchia in marmo sono stati offerti dalla Famiglia Libanese Maronita di Antoine Choueiri, che già in passato si è distinta per la sua generosità nei confronti della Chiesa Maronita avendo donato la monumentale statua originale di San Marun in marmo, collocata in una delle nicchie esterne della patriarcale Basilica di S. Pietro in Vaticano. I lavori e l’intero evento sono stati guidati dalla sapiente regia di mons. Giuseppe Bertini, Parroco della Cattedrale di San Feliciano, che da anni si adopera per il decoro e la conservazione della più importante chiesa di Foligno; mons. Bertini, inoltre, è il Priore del Capitolo dei canonici della Cattedrale che con il suo assenso ha permesso la concessione delle Reliquie di San Marun alla Chiesa Maronita. La comunità maronita era presente all’evento con la partecipazione di circa 300 persone provenienti da tutta Italia, tra cui l’Ambasciatore del Libano presso la Santa Sede gen. Georges Khoury e consorte, la Signora Rihab Abou Zain incaricato d’affari dell’ambasciata del Libano in Italia, il Console Albert Samaha e consorte. Il Solenne Pontificale delle 11.00 è stato animato da una doppia corale, quella della Cattedrale di San Feliciano e la corale della Parrocchia Maronita di Roma diretta dal M° don Farid Saab, che ha eseguito alcuni canti tipici della liturgia Maronita, in particolare durante i momenti della lettura del Santo Vangelo e della consegna dei Reliquiari. Alle 15.30 Sua Beatitudine Eminentissima Raï, il Cardinale Sandri e gli altri vescovi presenti hanno guidato la suggestiva processione di San Feliciano che si è snodata con religiosità e devozione lungo le vie di Foligno, per poi ritornare nella Cattedrale dove si è tenuta la solenne celebrazione dei Secondi Vespri. Tutte le celebrazioni religiose della giornata, Santa Messa Solenne, Processione e Secondi Vespri sono state seguite con fede da migliaia di persone, e quando si dice migliaia non si intende enfatizzare un evento, ma riportare con oggettività di cronaca l’enorme fiume di fedeli accorsi per omaggiare, baciare e accarezzare il piede di San Feliciano e venerare le reliquie di San Marun. Per meglio intendere lo spirito e gli animi della giornata ecco alcune frasi tratte dall’omelia del Nostro Patriarca “Nella Festività di San Feliciano e la venerazione delle reliquie di San Marun, il Signore Gesù ci rivolge la Sua parola confortatrice: “Non abbiate paura degli uomini” (Mt. 10, 26). Questa parola è rivolta non solo in modo particolare ai Cristiani del Medio Oriente, bensì a tutta questa popolazione che soffre delle durissime conseguenze delle guerre, conflitti e crisi in corso in Terra Santa, Iraq, Siria, Libano ed altri paesi martoriati”. Mons. Tony Gebran ha così descritto la giornata di domenica: “È stata una bellissima esperienza ricca di momenti davvero forti specialmente per noi maroniti. Riscoprire la figura del nostro punto di riferimento spirituale è un processo che dobbiamo intraprendere per non perdere le nostre radici e la nostra identità maronita e libanese. Siamo grati alla Chiesa di Foligno per averci ospitati e ci auguriamo che questo legame che ci ha portato qui oggi si rafforzi nel tempo e porti come frutto nuove esperienze di comunione e carità fraterna”.
Cesare Trad, un pellegrino maronita proveniente da Roma ha così espresso la sua emozione: “Come fedele maronita non posso nascondere l’immensa suggestione che ho provato nel portare a spalla la statua contenente le reliquie di San Marun, è stato molto bello e toccante e vorrei tanto che le mie figlie non dimentichino mai che sono membri della chiesa maronita. Spiegando loro chi era San Marun voglio che si sentano fiere di appartenere a questa Chiesa Orientale e che possano testimoniare questa loro appartenenza per tutta la loro vita”.
Padre Roger Sarkis, collaboratore della Parrocchia Maronita di Roma, nel corso della giornata ha spiegato, riguardo alle reliquie, che “le immagini e le reliquie dei santi sono le espressioni del Divino nel mondo esteriore, la loro idea, il loro simbolo. Dio glorifica i suoi santi spesso dando l’incorruttibilità ai loro corpi che è un segno assai chiaro della grazia divina. Ma anche quando i corpi diventano le semplici ossa oppure vengono nascoste sotto le tombe, i santi aiutano le persone che ricorrano a loro con fede”. Ringraziamo Dio per questa bella giornata di spiritualità, di fraternità e amicizia.

Giampaolo Ruggeri

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