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Settimana politica

Trasparenza senza cittadini

Il Comune di Foligno dedica alla trasparenza una giornata, fatta di qualche ora pomeridiana, con magra adesione di cittadini. Due-tre i presenti; partecipanti, “precettati”, alcuni dipendenti comunali, specie dell’area segreteria generale. Nessuna traccia di rappresentanti di associazioni, sindacati e partiti, di dirigenti comunali eccetto il segretario comunale, di assessori tranne Patriarchi, e di consiglieri comunali salvo sporadica apparizione di Gubbini del PD. Serve ancora continuare in questo modo? Come l’anno scorso nella sala rossa di Palazzo Trinci, anche quest’anno nei locali al primo piano dell’ex Teatro Piermarini i cittadini diretti interessati all’argomento erano assenti. Perché non pensare ad altre forme coinvolgenti la società civile perché siano proficui gli sforzi pur apprezzabili del Comune? La trasparenza è la base per poter esercitare la funzione di controllo, che spetta in primis ai consiglieri; è una funzione faticosa, ma necessaria nel settore pubblico.

Operatori come eroi, e la politica?

I lettori, in prima persona o per un amico o un familiare, avranno di certo sperimentato come medici, infermieri, operatori sanitari e portantini siano gravati da turni di lavoro pesanti al San Giovanni Battista. E non solo in questi giorni di picco di malattie respiratorie. La situazione di ingorgo di accessi al pronto soccorso e di ricoveri è pressoché quotidiana. Gli operatori sanitari sono chiamati a impegnative ore di lavoro, in certuni reparti e casi persino massacranti, con pressione costante. Il paziente, comunque assistito, lo percepisce in prima persona, subendo tale caos organizzativo. La politica, ovvero chi tiene le redini della sanità, se n’è accorta o latita senza porre rimedio prima di tutto alla deficienza di personale? Già da queste pagine altri hanno accostato il complesso degli operatori sanitari a degli eroi. Affermazione condivisibile, perché chi lavora per la salute ha maggiori responsabilità professionali. Se si lavora poco tranquilli e “di corsa”, con camere sempre affollate, richieste continue in entrata e in uscita con ricoveri frequentissimi “in appoggio”, che significano ancora più caos, il servizio al paziente subisce disagi e carenze, mettendo anche a rischio la salute psico-fisica degli stessi operatori. E se il disagio sfocia in errore a rimetterci è sì l’operatore, ma soprattutto il paziente. Ecco un esempio di cosa succede al San Giovanni Battista. La mancanza di posti, in medicina ma non solo, costringe a ricoveri in appoggio in altri reparti; il medico di servizio notturno deve controllare 170 malati. Ancora: in medicina ci sono tre infermieri per più di 30 pazienti, di cui alcuni con patologie gravi, e sono sempre impegnati a erogare terapie e rispondere con tempi stretti alle chiamate del campanello delle camere. Chi non ha assistenza deve affidarsi a loro in continuazione. Decessi, ricoveri e trasferimenti da altre specialità, con più di venti appoggi fuori reparto, aumentano il carico di lavoro.

VUS paga canoni elevati ad ATI e si accolla i debiti dei Comuni

VUS per il servizio idrico paga un canone di funzionamento all’ATI3 di 400.000 euro annui e per quello di igiene 167.000. Inoltre paga un canone sempre all’Ambito Territoriale che nel 2015 ha assommato rispettivamente a 2 milioni per le infrastrutture del servizio idrico integrato e a 470.000 euro per quelle di derivazione idrica. La voce di gran lunga maggiore del canone infrastrutture riguarda la quota di mutui dei Comuni associati accollati da ATI3, relativi a investimenti di varia natura effettuati dagli Enti negli esercizi precedenti. Tale posta è attribuita, conseguentemente alla concessione delle reti di distribuzione, a carico della concessionaria VUS, che di fatto sostiene l’onere finanziario originariamente sopportato dai vari Comuni.

Spese comunali

Tra i servizi delegati a FILS c’è quello “audiovisivo”, tolto a un dipendente che svolgeva altre mansioni, tra cui la selezione e cura delle attrezzature. Ora da maggio a dicembre il Comune di Foligno ha fatturato a FILS per questo servizio 10.000 euro. Il dipendente esonerato ha un impiego che poco ha a che fare con la professionalità acquisita.

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