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Le mogli dei diaconi

Le mogli dei diaconi si sono riunite presso il loro assistente Don Dante, sabato scorso. Esse non sono una specie rara; come tutte le altre spose hanno bisogno di incontrarsi, comunicare, confrontarsi. L’occasione è stata data da una disponibilità generosa e intelligente di una persona capace di guidare saggiamente la conversazione; parliamo di Lucia Coco, psicologa e psicoterapeuta.
Con una certa audacia, presentiamo sul giornale diocesano l’esito del confronto tra le mogli dei diaconi, le quali hanno, in generale, qualche difficoltà in più rispetto a tutte le altre, ma hanno anche un pregio in più, una grazia in più, un valore incomparabile. Questo pregio in più va approfondito, perciò l’incontro di sabato avrà un seguito.
Dunque ecco il risultato, parziale ma fondamentale, del primo incontro della serie. Un risultato che ci sembra possa interessare tutte le coppie. I coniugi, cioè, non sono soltanto genitori, sono coppie che hanno bisogno di coltivare un vero amore reciproco; non si tratta dell’innamoramento che, secondo gli psicologi, dura al massimo 24 mesi; questo vero amore è tutta un’altra cosa. Si riconosce quando un coniuge può dire all’altro “per te faccio cose concrete, quelle che tu desideri”, e “la mia volontà è per te; al limite io sono disponibile a dare la vita se ti trovi in pericolo”. Esagerazione? Bisogna vederci chiaro su questo amore. Una cosa è certa, i figli lo gradirebbero. Però è più facile dare amore ai figli che al coniuge. Questo amore coniugale soffre troppo spesso di silenzio, e può ammalarsi di indifferenza. Diciamo la verità: tra coniugi occorre la correzione fraterna, altrimenti si depositano gocce di veleno nell’anima e non si sa dove si va a finire. Occorre trovare un tempo in famiglia per costruire l’ora della verità, per portare alla luce tutte le cose che ci hanno ferito, senza giudizio, ma dire chiaramente che talora non ci si sente amati. Sì, dirlo! Subito dopo, però, dire le cose positive, quelle che la disabitudine potrebbe rendere strane, difficili a trovare le parole giuste. Occorre raggiungere una comunicazione di qualità tra i coniugi, una comunione d’anime, fino a raggiungere il discernimento dell’originalità di coppia, quella che ogni coppia possiede e tuttavia nasconde. Le mogli dei diaconi hanno convenuto che le preghiere della sera costituirebbero un’occasione propizia per l’ora della verità; ma, ripetiamolo, non c’è bisogno di essere moglie di un diacono per praticare una spiritualità così ovvia.
Ogni giorno tutte le coppie devono ricominciare l’avventura dell’amore vero e concreto, avventura che si costruisce dal mattino, dando la stura ai frammenti di gioia nello stare insieme. Per avere la sera il fuoco, è necessario che i coniugi durante il giorno procurino la legna da bruciare e la portino.

© Gazzetta di Foligno – LUCIA FANCELLI LINI

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