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Amaro bilancio delle feste natalizie

Sono terminate le vacanze di Natale e le feste che si sono susseguite nel periodo più amato dai bambini, ma anche da ragazzi e adulti: le luci abbelliscono città e paesi, i presepi rendono il paesaggio caratteristico e suggestivo, i negozi scintillanti di addobbi hanno provato ad uscire dalla crisi grazie al famigerato Babbo Natale, che porta regali a tutti credenti e non credenti, con doni più o meno costosi, utili e non, che hanno però incrementato le vendite.. Il bilancio finale è assolutamente necessario. L’economia ha tratto benefici da questa corsa al consumismo dell’ultimo mese? Perché dalle statistiche sembra che siamo sempre più poveri, più disoccupati, con aziende che chiudono per fallimento o cessano l’attività perché incapaci di produrre redditi e pagare tributi. Se poi analizziamo l’aspetto sociale delle feste di Natale si registrano persone sempre più sole, in particolare gli anziani, perché abbandonati dai familiari che hanno preferito andare in giro per il mondo! D’altronde anche il Ministro, prima delle vacanze scolastiche, ha salutato gli alunni invitandoli a visitare le città d’arte, i musei, le opere archeologiche di cui la nostra Italia è piena raccomandando per questo agli insegnanti di non assegnare compiti. La memoria storica che noi nati nello scorso secolo non abbiamo trasmesso ai nostri figli, ci ricorda che il Natale era l’occasione per stare con la propria famiglia, con gli zii che si frequentavano di meno durante l’anno, con i nonni malati o semplicemente più soli che non avvertivano la solitudine che hanno vissuto molti dei nostri nonni durante le feste. Era anche il momento del gioco con i vicini di casa, che oggi spesso neanche conosciamo,occasione di incontro reciproco, di dialogo, accompagnato da qualche piatto succulento preparato dalle mamme e dal buon vino. Tutto fatto senza esagerare, nella sobrietà e condito poi da qualche visita ai presepi e, con l’occasione, a qualche bella città d’arte.
Il bilancio della vita sociale delle persone non sembra essere troppo ottimista: i ragazzi hanno passato la maggioranza delle ore a dormire, pochi anziani sono stati in compagnia della famiglia, molti soli nelle case di riposo hanno ricevuto la “visita” dei parenti, gli altri soli in casa. Non era forse tutto più bello quando, senza malinconia, si vivevano “normalissime e monotone” vacanze di Natale in casa,dedicando più tempo al riposo, ai nonni, agli amici con cui si trascorrevano pomeriggi interminabili a giocare con i giochi nuovi ricevuti per Natale o a carte tutti insieme in famiglia? O quando non si abbandonavano amici e parenti per trascorrere tutte le feste fuori, in vacanza, dimenticandosi di tutti?
Magari i ragazzi si incontravano per fare sane partite a calcio e si dedicavano ai compiti aiutandosi tra amici, fratelli e cugini delle diverse età. Siamo oggi più poveri di ieri e le statistiche lo affermano, abbiamo però aumentato i consumi, ma alcuni, i meno sospettabili, hanno dovuto mangiare durante le feste di Natale alle mense della Caritas. Dovremmo tutti interrogarci genitori, educatori, imprenditori, dipendenti pubblici e non chiedendoci se questo è il Natale che avremmo voluto trascorrere. È facile chiudersi nell’individualismo suggerito dalla società, ma il povero oggi non è solo colui che chiede le monetine per strada, è invece, la mamma che abbiamo lasciato sola per fare vacanze, il fratello o la sorella con cui non parliamo e non sappiamo neanche se è malato, il figlio che abbiamo lasciato solo avanti alla Wii o al computer per un numero interminabile di ore. Inesorabilmente tutte le cose che non ci piacciono e la cui responsabilità attribuiamo sempre ad autorità più alte, dipendono solo da noi, dalle nostre scelte egoistiche che producono frutti di divisione affettiva, sociale ed economica . Se ci interroghiamo bene, capiremo che dovremmo avere il coraggio di abbandonare alcuni stereotipi a cui ci siamo adeguati, modalità di fare festa che abbiamo abbracciato e assumerci le nostre responsabilità, cominciando a vivere secondo l’interesse di tutti per realizzare una società che guarda al bene comune. Si può iniziare da piccoli gesti personali, da tanti non compresi, ma che producono benessere per la collettività.
Visitando una famiglia di amici ho potuto apprezzare delle bellissime decorazioni fatte dalle loro figlie con carta riciclata e con pazienza, tanta la minuziosità dell’opera realizzata, in compagnia della mamma che si dedicava ad altre attività casalinghe e scolastiche! È stato il quadro di Natale che voglio appendere quest’anno e che racchiude solo frutti educativi buoni per tutti!

© Gazzetta di Foligno – Paola Pompei

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