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Settimana Politica 2014 – 35

FILS per non chiudere servono capitali
In seconda commissione consiliare è stato ascoltato il presidente (nomina politica) della FILS Stefano Mattioli. Il quale ha detto chiaramente che senza capitali freschi la società non è in grado con il proprio fatturato di proseguire l’attività d’impresa. Le soluzioni prospettate sono: la vendita dell’immobile sede VUS, un prestito, un aumento di capitale, e una riduzione dei costi fissi, compresi quindi quelli del personale. Di questo si discuterà nell’incontro tra Comune e sindacati. La FILS oggi non può pagare le cartelle esattoriali arretrate, mentre, si legge nel piano industriale, è posto sotto controllo il debito corrente per imposte e oneri sociali. Intanto il Comune affida dei servizi alla sua società di scopo. Alcuni esempi. Va tagliata l’erba ai siti preparati per ospitare prima i container e poi i prefabbricati in legno per ospitare le famiglie sfrattate dal terremoto (si tratta di 24 luoghi ubicati specie nella collina e montagna folignate). Va tagliata la vegetazione in dieci campi container (tra i quali quello di Sant’Eraclio), per una superficie di 39.000 mq. e una spesa di 24.000 euro. Per altri siti verdi comunali che devono essere tenuti puliti il Comune prevede di spendere in un anno 284.000 euro. Sono assegnati ancora alla FILS altri servizi ritenuti indispensabili: quello della gestione dei bagni pubblici (costo annuo 60.500), della manutenzione dei cimiteri (nel 2014 costerà 196.176), della cancellazione delle scritte murali su fabbricati (spesa di 10.000 euro). Non passa quasi giorno che gli uffici comunali non incarichino la FILS, anche perché spesso la spesa prevista va adeguata e perché i pagamenti vengono diluiti in periodi stabiliti. Oggi, dunque, la FILS è il riferimento unico e principale per i lavori quotidiani di manutenzione e di piccoli interventi di riparazione e di ripristino. Lontani i tempi in cui Matarazzi e soprattutto Raio (ex-presidenti FILS) invocavano più commesse e collaborazione dal Comune, proprietario dell’azienda che dirigevano.

Pronto il bando di vendita della sede VUS: chiesti 2 milion. La quota di proprietà FILS gravata da ipoteche
L’importo richiesto dai proprietari (Comune al 39,40%; FILS al 60,60%) è di 2.106.700 euro, con cauzione al 10% da depositare dai partecipanti insieme a una fideiussione bancaria. L’immobile, oggi sede VUS, consta di due edifici, adibiti a uffici, più un deposito, una centrale termica e un gasometro. La destinazione urbanistica del 1997 è per “attrezzature pubbliche per uffici e sede di produzione e per infrastrutture, di distribuzione dell’azienda dell’acqua, del gas”. Le offerte (con aumento non inferiore a 5.000 euro; non accettate, invece, pari alla base d’asta o in diminuzione) dovranno pervenire entro il 12 novembre; la gara si terrà due giorni dopo con la commissione presieduta da un dirigente comunale. Sono ammesse offerte cumulative. La parte di proprietà della FILS è gravata da due ipoteche accese per due mutui presso la Banca Popolare di Spoleto, le quali verranno estinte contemporaneamente all’incasso dell’avvenuta vendita. Gli edifici oggetto d’asta sono in affitto alla VUS fino a ottobre 2019. Chi comprerà, quindi, ha un vincolo contrattuale da rispettare. Allora potrebbe essere la stessa VUS a comperare: aumenterebbe il patrimonio e risparmierebbe affitti annuali salati; anche se l’acquisto di VUS sarebbe come una partita di giro, considerato che il Comune è socio maggioritario dell’azienda di servizi e, come noto, unico proprietario di FILS. Sono alchimie contabili, non insolite tra enti pubblici.

Reintegro dei collaboratori del Sindaco
Il Comune assume 3 collaboratori del Sindaco. È un reintegro, afferma l’assessore al personale Silvia Stancati, perché già in precedenza erano stati assunti (e decaduti con la scadenza sindacale). Questa è la risposta dell’amministrazione alle critiche avanzate da Andrea Russo (sindacato UIL), il quale contesta che si siano trovati soldi per assumere nella segreteria del Sindaco (“con scelta puramente fiduciaria”), mentre occorrerebbero più Vigili urbani e ci sarebbero da rafforzare gli uffici comunali. I tre assunti svolgeranno mansioni di portavoce e di istruttori amministrativi con un contratto a tempo parziale (all’83,33%). L’assessore al personale precisa anche che dei due addetti assunti a tempo indeterminato nella segreteria di Mismetti una è prossima al pensionamento e l’altro non è abilitato a effettuare molte delle mansioni richieste.

Dalle Comunità montane l’Agenzia forestale ha ereditato debiti e personale in quantità
Sembrava che, chiudendo e accorpando in un’unica struttura, l’Agenzia forestale umbra, le varie Comunità montane, tutti i problemi fossero risolti. Ma la costituenda Agenzia vanta in tutto 18 milioni di crediti non riscossi (2,5 milioni devono pagare i Comuni), dei quali 8 dagli enti sciolti. L’amministratore unico Massimo Bianchi ha detto chiaramente che serve un’anticipazione di cassa (con le banche) per far fronte al pagamento degli stipendi e ai debiti con i fornitori (1,8 milioni). Il personale, seppur ridotto per pensionamenti, è ancora numeroso: 540 unità, dei quali 166 inabile. Nel prossimo anno si conta di incassare per lavori eseguiti 28 milioni, soprattutto da Regione e Comuni, ma occorre rinnovare i macchinari, accollandosi i debiti delle Comunità montane e trovando nuove risorse per investimenti. Bianchi reclama altre commesse dagli enti pubblici e propone di gestire la bonifica come facevano le stesse Comunità montane. Quest’Agenzia unica può aver prodotto risparmi, ma la situazione finanziaria e patrimoniale delle Comunità montane era precaria e tuttora incide sul nuovo ente in termini di capitalizzazione e redditività.

© Gazzetta di Foligno – Giancarlo Antonelli

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