Sant'antonio - FOTO CHIARA CIPOLLONI - 2

Foligno in festa per la benedizione degli animali

Sant'antonio - FOTO CHIARA CIPOLLONI - 2Se le credenze popolari sconfinano spesso in leggenda, talvolta raccontano del vero. Ce lo conferma una nonnina, per la quale se credenza vorrebbe che gli animali parlino per la festa del loro santo, Sant’Antonio le avrebbe ispirato con successo lunghe conversazioni con il bestiame, onde evitare che i suoi maiali – vera benedizione per un contadino – si nuocessero a vicenda. Credenze a parte, tante sono le presenze che, anche nel folignate, continuano ad affollare aie e parrocchie a cavallo del 17 gennaio. Cani, gatti, conigli ma anche asini e caprette: tutti in coda per la benedizione tra un selfie e un panino. Omaggio al santo, quest’anno, nei modi più disparati: dalle passeggiate a cavallo in località San Martino, all’originale cena vegetariana di “Tutti per San Bartolomeo” in favore della clinica per animali dell’associazione “Il Grande Sogno”. Declinazione tutta diversa per il Rione La Mora che ha scelto di omaggiare piuttosto l’antica tradizione che vorrebbe l’uccisione del maiale proprio nel giorno di Sant’Antonio. Pranzo, cena e persino colazione – rigorosamente a base di maiale – conditi da racconti e aneddotica hanno riempito i commensali con tanto di contest fotografico a tema. Rendez-vous con gli animali anche presso la Fattoria Didattica della Caritas con vendite aperte per i prodotti degli orti anche nel sabato di Sant’Antonio in favore del progetto “Adotta una Famiglia”. Momento di festa anche con gli anziani dell’Opera Pia dove i tradizionali roccetti sono stati offerti dalla Caritas a tutti gli ospiti della Casa. Numerosissime le presenze anche a Perticani (che del resto gli animali li porta nel nome) dove i roccetti del santo – rivisitazione moderna dell’antica ricetta con pasta di pane e uvetta – hanno accompagnato domenica la benedizione degli animali per un pomeriggio tra gospel e prosciutti in palio per chi ne azzeccava il peso.
“Ma gli animali ce l’hanno un’anima?” interviene una bimba non prima di averci interrogato a fondo su a cosa serva l’anima e dove si trovi esattamente nel corpo. “E perché non ce l’hanno? – appunta non soddisfatta – Loro sono piccolini”. Ci pensiamo su. “È perché è a noi che spetta proteggerli” – sorridiamo. La mamma incoraggia la bimba ad andare. “Ma io ho altre domande” – protesta la piccola intervistatrice mentre saluta. Già, Sant’Antonio in fondo è proprio questo, e ce lo insegnano i bambini come il santo egiziano. Non un mero encomio degli animali, ma piuttosto il richiamo ad un dialogo continuo perché le domande del cuore trovino risposta.

FRANCESCA BRUFANI

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