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Il ruolo del padre: mettere al mondo!

Si è svolto il secondo incontro proposto dall’A.Ge. in collaborazione con l’Istituto Tecnico Tecnologico “Leonardo da Vinci” e la Pastorale Familiare. Relatore sul tema “I due alberi del giardino: il ruolo della madre e del padre” è stato il nostro stimato collega prof. Carlo Felice, docente di Religione all’ITT.
Nel post-moderno, in cui viviamo, è necessario riscoprire la natura della paternità e della maternità, poiché i nostri figli sono “figli dell’uomo e della donna” che, come genitori, devono averne una cura responsabile. Ne va della loro crescita! Infatti il polo affettivo proprio della funzione materna deve essere collegato con quello etico di pertinenza paterna affinché non sorgano problemi educativi. Così la madre inaugura la vita, crea fiducia, dà amore incondizionato, ha un compito unificante. Ma il padre dà il nome, definisce l’unicità del figlio, è “la legge”, poiché insegna i valori, il senso del limite, ciò che è bene e ciò che non lo è. Il padre è un generatore di identità, quanto mai indispensabile nella società attuale in cui i nostri figli, adolescenti e giovani, esprimono un forte disorientamento. Negli anni 70, infatti, è avvenuta, secondo gli studiosi, “l’evaporazione del padre”, perché è stata contestata l’autorità tout court. Se da un lato è scomparsa la figura del padre-padrone, scomparsa l’autorità, non c’è limite al desiderio, ma viene a mancare l’identità. I nostri adolescenti, alla disperata ricerca di questa, sono attratti dal gruppo, anzi dal branco, un soggetto anonimo, indifferenziato, mosso solo dalle emozioni. Per far capire la gravità dei “metodi educativi” odierni, basati sul soddisfacimento materiale dei desideri dei nostri figli privi di responsabilità, il prof. Felice è ricorso alle nostre radici classiche, citando M. Recalcati. Partito Ulisse (il padre), i Proci (il branco) bivaccano nella reggia, dissipando l’eredità del re senza assumersi responsabilità. Vivono alla giornata senza un progetto per il futuro: non riescono a tendere l’arco di Ulisse, azione che avrebbe decretato la successione! Telemaco, il figlio senza padre, però scruta il mare in attesa del suo ritorno, con nostalgia, in cerca della sua identità. Telemaco sono i nostri giovani che chiedono ai genitori di fare i genitori e ai padri di essere padri! Ulisse alfine ritorna lacero e irriconoscibile. Ma sarà capace di tender l’arco, di assumere le responsabilità non delegabili di adulto, della legge, della sfera etica e pone fine alla notte dei Proci. Solo così Telemaco avrà un futuro: il padre testimonierà come si possa vivere con passione e con responsabilità, anche subendo fallimenti. Solo così il padre può mettere al mondo i propri figli, non biologicamente, ma educarli a vivere la loro vita nel mondo trasmettendo la fede nei confronti dell’avvenire e nelle loro capacità.

BRUNELLA TROMBETTONI

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