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Satira cautelativa: Quintana, tamburi di guerra, Ammanniti schiera 40 alabarde nucleari

Tamburi di guerra alla Quintana. Lo Zar di tutti i rioni, Vladimir Metelli, sta pensando di ammassare le sue truppe ai confini della Corte del Candiotti, l’area strategica del piccolo stato dell’Ammanniti che, a difesa, schiera 40 alabarde nucleari. Dopo la ‘Rivoluzione Rosa’ del 2014, quando la contrada si era pronunciata contro Vladimir Metelli, i rapporti tra le due etnie quintanare sono continuati ad essere tesi tant’è che sono sfociati, nel maggio scorso, in un voto negativo al bilancio dell’Ente. La cosa non è passata inosservata allo Zar che, prima della sfilata, sembra abbia negato l’uso dell’area della corte dove vengono di solito schierati i rivoluzionari rosa. La cosa non è andata giù al capo dell’esecutivo Rosa, Porosenko Guidoni, che si è subito rivolto all’Onu-Comune, il quale, grazie alla presa di posizione di Ban-Ki-Moon Mismetti, ha concesso ai vocianti manifestanti dell’Ammanniti l’occupazione simbolica della Corte Candiotti per la festa. Ma la sera della sfilata sarebbe successo il fattaccio. Il popolo Rosa, al passaggio di Vladimir Metelli, ha girato le spalle e si è rin-Tavernato. L’affronto non è passato inosservato e lo Zar di tutti i Rioni ha intimato all’Ammanniti di chiedere scusa a lui e al popolo quintanaro. Apriti cielo. Porosenko Guidoni ha subito replicato che la contestazione era spontanea, che non c’è stata mancanza di rispetto né alla Quintana né al suo Gonfalone. Ma, nonostante la replica distensiva, la crisi si è maggiormente acuita con la presa di posizione di Vladimir che ha di fatto riacceso la miccia tacciando lo stato Rosa di falsità e minacciando sanzioni. “Il Rione ha bocciato sia il budget sia il bilancio senza nessuna motivazione gettando pesanti sospetti sulla gestione dell’Ente – ha tuonato il capo del Comitato centrale -. Devo sottolineare che anche altri Rioni hanno espresso perplessità, ma l’atteggiamento dell’Ammanniti è diverso dagli altri nove. Qualsiasi tipo di confronto, dunque, è falsato se il Rione non dice la verità e se non chiede scusa alla Quintana e alla città”. Insomma la crisi non sembra risolversi, anche se si è aperto uno spiraglio di dialogo “purché sia ispirato sempre dalla profonda lealtà”. Intanto il Consiglio di sicurezza dei Rioni ha votato all’unanimità una risoluzione urgente: ‘Che la concordia e l’amor della cittade tutta son pur vittoria, e bella, e grande’.
Roberto Di Meo

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