Mismetti

Chi vuole male alla nostra città?

Che confusione! Così è se vi pare. In politica le decisioni di oggi potrebbero non essere le stesse di domani. E tutto è il contrario di tutto. Una logica premessa per cercare di analizzare la situazione che si è creata all’interno del Pd folignate dopo la spaccatura con la componente di sinistra. E siccome, come diceva Andreotti ‘a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina’ riteniamo che, alla fine della diatriba in atto, i componenti della sinistra Dem (che continuano ad alzare le barricate contro Mismetti e la sua giunta) voteranno il documento economico turandosi il naso. Poi, ecco la seconda ipotesi: i cosiddetti ‘dissidenti’ terranno sicuramente sulla corda il sindaco e l’esecutivo per i prossimi anni. Come? Probabilmente uscendo dal Pd e costituendosi in gruppo a parte. E se a sinistra s’ode uno squillo di tromba, a destra irrompono le cannonate. Agostino Cetorelli eletto nel gruppo di Impegno Civile ha deciso di staccare la spina dalla Filipponi (secondo lui troppo accondiscendente con la maggioranza) e di costituirsi come gruppo misto che farà una netta opposizione. Insieme a lui hanno sottoscritto un documento congiunto i rappresentanti di Forza Italia e Obiettivo comune. Meno i 5 Stelle. La risposta della Filipponi è stata lapidaria: “Non sapete neanche leggere ciò che ho scritto oppure è ottusità politica”. Insomma, volano gli stracci da tutte le parti a danno della comunità folignate che assiste a questa tragicommedia della politica pensando che, tutto sommato, è meglio restare a casa, la prossima volta, quando c’è da votare.
E lo ha anche dimostrato alle recenti regionali. Tornando alla crisi la situazione, ad oggi, resta caotica e nemmeno l’affollata assemblea del Pd di lunedì pomeriggio ha fatto decantare la situazione. Addirittura i dissidenti Elio Graziosi, Michela Matarazzi e Lorella Trombettoni non si sono presentati affermando con uno scarno comunicato che l’assemblea “non era il luogo idoneo a discutere delle questioni in atto”. È come se parte dei consiglieri di un cda di una grande azienda decida di non considerare l’assemblea dei propri soci. Siamo, veramente, alla fine del mondo. Comunque gli iscritti al Pd e gli amministratori non sono scesi sul terreno dello scontro, ma hanno cercato di individuare una strada per arrivare ad un accordo per evitare l’umiliazione dell’arrivo di un commissario che, al di là della persona, costituirebbe una sconfitta per la città e per quanti hanno dato fiducia a questa maggioranza. In ogni caso per conoscere realmente il risultato definitivo bisognerà aspettare la seduta consiliare del 31 luglio sperando che la gigantesca bolla di calore che imperversa in questi giorni sulle nostre teste non faccia evaporare le ultime idee sane di chi ha scelto di governare e anche di chi si apre al confronto.

rdm

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