vuoto2

Incontra un senzatetto e lo prende in casa sua.

“Posso farti una domanda?”, ci interrompe Indrit mentre passeggia per la strada. “Però devi promettere che non penserai male. Mi racconti l’Albania?”.
Indrit è di origine albanese ma abita in Italia da circa 13 anni, a Foligno da una manciata. Arrossisce perché il ricordo del suo paese è quasi scolorito nella sua testa e sgrana gli occhi quando gli raccontiamo di averlo attraversato un paio di volte. Le montagne albanesi regalano scorci da cartolina e sanno sorprendere ad ogni curva mentre si perdono tra laghi e pareti rocciose. Lo sguardo di Indrit ci ricorda qualche anno fa, quando un polacco residente a Foligno ci regalò 20 złoty per aver confessato di andare in visita nel suo paese. Anche a Indrit sembra poco consueto che dal Centro del Mondo si viaggi verso il paese schipetaro e forse è per questo che si scioglie agilmente nei ricordi.
Indrit ha lasciato l’Albania a 16 anni, in fuga da un paese avaro di prospettive. Anche a Foligno arriva senza un soldo, rimbalzato da una serie di città dove nessuno gli aveva offerto fiducia. “Qui a Foligno c’era un signore senza fissa dimora e un po’ avanti con gli anni che mi aveva preso a benvolere. In un certo senso mi proteggeva perché ero ancora piccolo e dormivo per la strada affianco a lui. Una mattina, poi, mi ha notato un passante. Percorreva quella strada tutti i giorni: io lo sapevo che quella era la strada per la chiesa, dove lui andava presto tutte le mattine. Forse è perché mi ha visto così giovane che quella volta mi ha guardato e mi ha chiesto cosa facessi. Questo non è il posto per te. Sono stato fortunato perché non solo prese proprio me in casa propria ma si fidava a tal punto da lasciarmi spesso da solo e mi dava da mangiare e da vestire. Economicamente stava bene e ogni tanto mandava diversi soldi in Africa per aiutare dei bambini che nemmeno conosceva. Io spesso protestavo: Ma dammi a me questi soldi che io non lavoro! Ma lui sempre rispondeva: Loro non hanno da mangiare, tu sì! E così mi azzerava. E mi ripeteva spesso che se avessi dimostrato di voler seguire dei sani princìpi nella vita mi avrebbe dato una mano anche per un lavoro.”
Oggi Indrit non lavora ma prova a dimostrare, quella fiducia, di meritarla. In fondo, suggeriva Hemingway, il modo migliore per scoprire se ci si può fidare di qualcuno è dargli proprio quella fiducia che chiede.

FRANCESCA BRUFANI

0 shares
Previous Post

Settimana politica

Next Post

Nel 750esimo della nascita di Dante

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Skip to content