Le sette chiese 250

Le Sette Chiese e il Giubileo

Le sette chieseIl 25 aprile abbiamo ripercorso l’itinerario delle Sette Chiese dell’Anno Giubilare. È stato un pellegrinaggio con tutti i crismi: a piedi, in silenzio, attraverso la Porta Santa delle quattro Basiliche Romane. Una tramontana pungente ha reso più spediti i nostri passi e diradato le nubi regalandoci un cielo terso. Sette le tappe, le letture, le riflessioni, le preghiere. A Santa Maria Maggiore: “il Signore Dio, misericordioso e pietoso… (Es 34,6)” sia in mezzo a noi e perdoni le nostre fragilità, con l’aiuto di Maria cui è andato il nostro Inno. Nella penombra di san Lorenzo al Verano: “Lo Spirito del Signore è sopra di me” (Lc 4, 18) mentre la luce che si infiltrava dall’alto penetrava anche dentro di noi che, con le parole del beato Charles de Foucauld, abbiamo ripetuto “Padre, io mi abbandono a te”. A Santa Croce in Gerusalemme, ascoltando le parole di Gesù: “Misericordia voglio, non sacrifici” (Mt 9,13) abbiamo ripensato il nostro essere cristiani e, ripetendoci col Papa che non c’è “peccatore senza futuro”, abbiamo fatto i nostri progetti chiedendo il dono di “un cuore… che si lasci ferire dal dolore dei fratelli”. In una San Giovanni in Laterano gremita abbiamo potuto dare solo uno sguardo alla Scala Santa e ripetere in silenzio il “Miserere” (Sal 51). Ripreso il cammino, dopo una breve sosta alla chiesina del Quo vadis per ricordarci di non fuggire di fronte alle difficoltà, siamo arrivati a San Sebastiano accolti dallo sguardo misericordioso del Salvator Mundi del Bernini e abbiamo ripetuto con Geremia “Erano partiti in lacrime, fra le consolazioni li riconduco” (Ger 31, 9). Percorsa la via delle Sette Chiese, che richiama la memoria di San Filippo Neri, eccoci a San Paolo dove, accompagnati dalle parole di Isaia “Imparate a fare il bene” (Is 1,17) e del Papa “ascoltate e lasciatevi convertire”, abbiamo chiesto, con Mons. Forte, di riuscire a “svuotarci” dei nostri egoismi. Inoltratici poi nell’affascinante Roma del popolo, dopo una visitina a Santa Maria in Trastevere, siamo arrivati a san Pietro dove, per bocca di Giovanni, Gesù ci ha ricordato di amarci “l’un l’altro” (Gv 13, 34) di un amore gratuito come il Suo. La recita del Credo e la benedizione di don Gianni Nizzi hanno posto fine al nostro pellegrinaggio. Un grazie al prof. Antonio Nizzi per il salutare cammino e a Ortenzia e Tommaso Calderini per gli spunti di riflessione.

MARIA GRAZIA GALEAZZI

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