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RUGBY, OLTRE LA SCONFITTA. IL VALORE DEL RISPETTO

Lealtà e sportività. Che si perda o che si vinca, sono i capisaldi di questo sport. L’esordio stagionale del Foligno Rugby di domenica scorsa non è andato bene ma anche se la sconfitta è dolorosa il rugby insegna che chi perde deve fare i complimenti agli senza polemiche. Di occasioni per rifarsi, d’altronde, ce ne saranno molte altre. Magari già dalla prossima partita, il 28 ottobre contro il Città di Castello Rugby. Rispetto e amicizia. È vero, il rugby è uno sport duro, per molti aspetti anche rude, ma a fine partita tutti i giocatori si abbracciano e si danno il cinque, gridando insieme, all’unisono, ‘hip hip hurrà’, come se nell’arco degli ottanta minuti di gioco, invece di placcaggi, mischie e contrasti, si fosse impiegato il tempo nel discutere sulla teoria della relatività. Poco importa se dall’altra parte c’è il Cus Perugia, per un derby di inizio campionato che attira al Campo di Marte quasi 100 tifosi: questi valori, tra i forzuti atleti della palla ovale, non devono mai venire meno. Sacrificio e voglia di lottare fino alla fine per la squadra. Nel rugby i giocatori parlano tantissimo tra loro, incoraggiandosi a vicenda. I leader richiamano chi deve prestare più attenzione o si deve muovere in un certo modo per essere più pericoloso, oppure gridano il numero della tattica da seguire nelle touches (rimesse laterali). Nessuno viene lasciato solo e nel momento del bisogno c’è sempre qualcuno pronto ad aiutare, come accade ogni qual volta un giocatore viene placcato da un avversario e deve lasciare la palla ovale a terra, in attesa che sopraggiungano i compagni a dargli una mano per proseguire l’azione. O quando, dopo un contrasto troppo ruvido, gli animi si surriscaldano ed è necessario che un’anima pia riporti la calma. Ecco, tutto questo si è visto nella prima partita in Serie C2 del 2018-2019 del Foligno Rugby. L’attesa era spasmodica e la città era stata tappezzata di volantini e cartelloni pubblicitari che annunciavano l’inizio delle attività dei Falchetti della palla ovale. Alla vigilia sia il nuovo mister Missimei che il capitano Luzzi avevano assicurato il massimo impegno per “tramutare in un risultato positivo il duro lavoro fatto fino ad ora”. Non è bastato. Il risultato parla chiaro: 3 a 20 per la formazione del capoluogo umbro. Eppure i Falchi erano riusciti a passare in vantaggio con un calcio di punizione, ma poi la forza dei biancorossi e un paio di episodi sfortunati hanno indirizzato la partita a favore del Cus Perugia. Il primo è stato l’ammonizione diventata poi espulsione dell’allenatore-giocatore Missimei a fine primo tempo, forse per una parola troppo colorita mal digerita dal direttore di gara; il secondo un errore fatale di un giocatore bianco azzurro che ha scatenato l’azione della seconda decisiva meta degli ospiti nella ripresa. Dovete essere una macchina a duemila!”: così si era rivolto ai propri giocatori lo stesso allenatore biancoazzurro a fine primo tempo, incitandoli uno ad uno da oltre la rete che divide il campo dallo spazio occupato dai tifosi e dalle… auto, costantemente a rischio ammaccature per eventuali palle ovali volanti spedite fuori dal rettangolo di gioco. La sua squadra ha dato tutto quel che aveva, ma giocare 14 contro 15 per metà partita sotto un sole cocente e con una condizione fisica ancora non al top non ha aiutato: alla fine il Foligno Rugby ha capitolato, subendo un’altra meta a pochissimi secondi dal gong finale. C’è tutto il tempo per migliorare e, chissà, provare a superare il quarto posto ottenuto lo scorso anno. La stagione è appena cominciata… ed il Foligno Rugby vuole stupire!

GABRIELE GRIMALDI

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