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Donne (stra)ordinarie

Donne (stra)ordinarie. In vista della Giornata internazionale della donna ne abbiamo scelte quattro, che operano in diversi ambiti della nostra comunità, perché ognuna di loro rappresenti un tassello della varietà e complessità dell’universo femminile

Storie di donne. Storie di mogli, madri, figlie e professioniste. Ma anche storie di fede. In vista della Giornata internazionale della donna che ricorrerà l’8 marzo e che ne segna le conquiste sociali, economiche e politiche raggiunte fino ad oggi, abbiamo deciso di parlare di loro, chi sono, cosa fanno, cosa pensano di questa società in cui vivono e operano quotidianamente e quanto ancora c’è da fare per la parità di genere. Ne abbiamo scelte quattro, in rappresentanza di diversi ambiti, e abbiamo chiesto loro di raccontarsi. Sono Simonetta Daidone, primo comandante donna a guidare la polizia stradale di Foligno, Monica Sassi, responsabile della struttura di Oncologia del “San Giovanni Battista” di Foligno, Cinzia Tardioli, imprenditrice e presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Umbria e suor Lorella dell’Ordine delle terziarie francescane della Beata Angelina, che ci ha regalato una riflessione sulla vocazione e sul ruolo della donna, oggi, nella Chiesa

Dottoressa Sassi, ci parli un po’ di lei e della sua storia…
“Sono nata a Foligno nel 1963, mi sono diplomata al liceo scientifico con un anno di anticipo da privatista, perché all’epoca era consentito e mi sono iscritta alla facoltà di Medicina e chirurgia di Perugia, dove mi sono laureata. Un traguardo che sono riuscita appena in tempo a condividere con mio padre, venuto a mancare due giorni dopo la laurea. Questo ha segnato molto la mia vita. Poi, mi sono iscritta alla specializzazione in Oncologia all’Umberto I di Roma e nel frattempo ho sostenuto e vinto un concorso per Medicina generale nella nostra Asl, che mi ha portato a lavorare a Nocera Umbra e Montefalco prima di arrivare a Foligno. Parallelamente ho portato avanti gli studi per la specializzazione e nel 1994 sono entrata a far parte della struttura di Oncologia del ‘San Giovanni Battista’, di cui sono responsabile dal 2019. Sono sposata e ho una figlia di 22 anni”.

Perché ha deciso di intraprendere questa carriera?
“Ero una bambina che si stancava facilmente di quello che faceva, per cui ho attraversato molte fasi prima di capire cosa avrei voluto fare da adulta. Probabilmente a segnare la mia strada è stata anche la malattia di mio padre, una grave cardiopatia che gli è stata fatale, e che mi ha spinta a intraprendere questa carriera, anche se il tempo non mi ha dato la possibilità di essergli d’aiuto come avrei voluto. La professione medica ha l’intrinseca volontà di essere utile agli altri, non solo da un punto di vista professionale ma anche umano. Ho pazienti che seguo da vent’anni e che spesso si rivolgono a me anche per consigli su altre questioni”

Il suo è un impegno professionale che va oltre il lavoro, penso al suo ruolo nell’associazione Donne Insieme…
“Sì, è un’associazione che sento molto mia, che ho seguito fin dalla nascita e di cui faccio parte da anni. Sono molto contenta di quello che fa per le donne, arrivando anche là dove il pubblico ha difficoltà ad arrivare, penso al supporto psicologico che fornisce o anche al servizio di trasporto all’ospedale di Spoleto per le pazienti che devono fare la radioterapia. L’associazionismo oggi ha un ruolo fondamentale e sono tante le re- altà, anche di altra natura, che operano sul nostro territorio in questo senso, come la Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno. Recentemente grazie all’aiuto di privati siamo riusciti anche a creare una palestra per malati oncologici. Sono felice di questo mio impegno anche se non riesco a dedi- cargli tutto il tempo che vorrei, visti i ritmi di lavoro”…

di MARIA TRIPEPI

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