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C’è un Picasso in città

Fino al 21 agosto prossimo il Ciac ospiterà la mostra “Una storia nell’arte. I Marchini, tra impegno e passione”. In esposizione oltre 70 opere realizzate da più di 50 artisti che hanno fatto la storia del novecento: da Balla a Magritte, da De Dominicis a Kounellis

Irresistibile il richiamo di Picasso e Magritte. Impossibile non cedere alla tentazione di andare a sbirciare, oltre le teche, i disegni di Scipione, che – parola di un critico d’arte come Italo Tomassoni – sono una vera e propria rarità. Così come lo sono le due nature morte di Morandi o le opere di Guttuso. Una concentrazione di bellezza “difficile da vedere in provincia” confessa lo stesso Tomassoni quando, fiero ed orgoglioso, illustra alcuni dei gioielli presenti all’interno della mostra “Una storia nell’arte. I Marchini, tra impegno e passione”, ospitata al Ciac di Foligno fino al 21 agosto prossimo. In esposizione oltre 70 opere che portano la firma di pittori e scultori che hanno fatto la storia dell’arte moderna e contemporanea: da Balla a De Chirico, passando per i già citati Picasso, Magritte, Morandi e Guttuso e fino ad arrivare a De Dominicis, Castellani, Di Stasio e Kounellis. Un intero secolo di arte proveniente dalla collezione della famiglia Marchini e che la Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, in collaborazione con l’Accademia nazionale di San Luca, ha portato in via del Campanile. Un regalo per i folignati, una calamita per i turisti. Anche perché, dopo una prima tappa a Roma, Foligno è di fatto la seconda città d’Italia ad ospitare, tutti insieme, questi straordinari capolavori. Per il Ciac un’esperienza che, ad oggi, non ha avuto eguali. “Per la prima volta siamo passati dal testo al contesto” ha dichiarato, infatti, Italo Tomassoni, che ha curato l’esposizione insieme Fabio Benzi, Arnaldo Colasanti e Flavia Matitti, sotto il coordinamento di Gianni Dessì. “Dalle mostre personali – ha quindi spiegato – siamo passati al primo esperimento di contesto, alle collezioni”. Un’operazione che, come detto, è stata possibile grazie anche al grande lavoro fatto dall’Accademia nazionale di San Luca. “Questa mostra – ha commentato il segretario generale, Claudio Strinati – è l’essenza del nostro lavoro. Il nostro obiettivo è quello di coltivare l’arte, di mostrare quello che succede nell’arte, l’attività degli artisti e dei collezionisti”. Come Alvaro Marchini che proprio dall’amore per l’arte nel 1959 inaugurò, a Roma, la galleria La Nuova Pesa. Un progetto che andò avanti fino al 1976. Poi, la chiusura. Che, però, fu solo temporanea. Era il 1985 quando la figlia Simona, infatti, decise di riaprire. Lo fece in un periodo non proprio facile della sua vita. Alvaro, il padre, stava male. E quando La Nuova Pesa tornò a spalancare le proprie porte, era morto da un mese. “Ho preso la decisione di riaprire – racconta – quando papà ci stava per lasciare. Ho iniziato con entusiasmo e passione e quando è venuto a mancare sapevo che dovevo resistere…

DI MARIA TRIPEPI

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