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Un anno alla guida della Diocesi

Lo scorso 28 agosto monsignor Domenico Sorrentino ha festeggiato i primi dodici mesi come pastore della Chiesa particolare di Foligno. Abbiamo intervistato il nostro vescovo tra bilanci e prospettive future, anche in vista dei nuovi appuntamenti d’autunno

Un anno alla guida della nostra Diocesi. Il 28 agosto del 2021 monsignor Domenico Sorrentino sedeva per la prima volta sulla cattedra di San Feliciano, prendendo ufficialmente possesso della Chiesa particolare che è in Foligno. Ricevuto il pastorale dall’amministratore apostolico monsignor Gualtiero Sigismondi, la cerimonia d’insediamento del nuovo vescovo si era svolta all’interno della chiesa di San Giacomo, vista l’impossibilità di celebrare nella cattedrale di San Feliciano. Da allora è passato poco più di un anno. Dodici mesi decisamente intensi e legati anche ad eventi di carattere globale che hanno fatto sentire le loro ripercussioni anche nel Folignate. Da una pandemia per- durante alla guerra in Ucraina, passando per l’inaugurazione del nuovo Centro “Fratelli Tutti”, il vescovo racconta alla Gazzetta il suo primo anno come pastore di Foligno. Ma lo sguardo è già proiettato al futuro e ai prossimi appuntamenti ai quali la Diocesi sarà chiamata a rispondere in maniera seria e decisa.

Monsignor Sorrentino, partiamo dal 28 agosto di un anno fa. Che ricordi ha di quel giorno?

“Fu il mio abbraccio alla città. Sentii allo stesso modo l’abbraccio dei folignati. Una sintonia al primo colpo. Mi commuoveva che mi facessero tanta festa (persino con i tamburi della Quintana!). Sia negli sguardi che nella preghiera, fu davvero un incontro di famiglia”

È stato sicuramente un anno intenso, visto anche l’impegno nel guidare due Diocesi. Qual è il bilancio di questi primi dodici mesi come Vescovo di Foligno?

“Bilancio positivo, nonostante la doppia fatica. Ho trovato a Foligno una grande corrispondenza alla mia proposta pastorale. Naturalmente siamo agli inizi, e le cose si vedono col tempo. Ma – stando al proverbio – ‘chi ben comincia è alla metà dell’opera…’. Ci siamo avviati con il piano pastorale sulla missione ‘Vangelo, famiglia, giovani’. Ora ci proiettiamo verso il secondo anno. Un po’ di fatica l’ho trovata sul versante amministrativo: non immaginavo che a Foligno ci fossero tante strutture e istituzioni da amministrare, con notevole aggravio e sottrazione di energie al versante più propriamente pastorale. Ma sto facendo di tutto per trovare un equilibrio”

Come giudica il suo rapporto con la città di Foligno e quello con le istituzioni?

“Un rapporto cordiale, improntato a reciproca stima. In tutte le occasioni in cui si è trattato di problemi da affrontare, è stata davvero una gioia trovare tanto spirito di collaborazione. Ricordo gli interventi del sindaco in alcuni momenti significativi, come all’inaugurazione del Centro ‘Fratelli Tutti’. Direi che finora non poteva andar meglio. Ho fiducia nel futuro”

In città è di nuovo tempo di Quintana. Lei a giugno ha girato per le varie taverne e ha avuto la possibilità di stare a stretto contatto con i giovani. Come vede i ragazzi di oggi?

“L’immersione tra i giovani delle taverne mi ha fatto molto piacere. Non c’è dubbio che la condizione giovanile sia oggi un chiaro-scuro. Da un lato, tante potenzialità di intelligenza e creatività, dall’altro tanti rischi a cui la gioventù è esposta, calamitata dai più diversi messaggi, positivi e negativi, e tante volte attirata in trappole di esperienze di gruppo che cedono alla violenza, alla droga, a comportamenti riprensibili. Ma nelle taverne mi ha impressionato l’incontro e l’intreccio tra le generazioni, con tanta partecipazione degli adulti e un clima anche culturale, non solo ludico, che è certamente positivo anche per dare ai ragazzi impulsi formativi. Mi auguro che queste dimensioni positive siano sempre più coltivate e portino frutti”…
Di FABIO LUCCIOLI

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